Clownterapia

16/11/2011

clownterapia bigSi chiama Gelontonolgia ed è la scienza che studia le potenzialità terapeutiche della risata e del buonumore.

E’ una corrente relativamente recente, nata anche per impulso dell’attività del dottor Hunter Patch Adams che fu il primo a portare il sorriso in ospedale e ad usarlo come vero e proprio strumento terapeutico sui bambini.

Le origini della clownterapia

Adams aveva sperimentato su di sé le ottime ripercussioni che la risata aveva sullo stato di salute  e sull’umore. Era stato un adolescente infelice ed era stato ricoverato a causa di una forte depressione. I suoi primi tentativi di portare il buonumore negli ospedali vennero guardati con sospetto dai medici e dagli operatori sanitari più conservatori, ma presto Adams si rese conto che andare in ospedale travestito da clown garantiva ai piccoli pazienti enormi benefici: meno paura, maggiore capacità di gestione del dolore, maggiore ottimismo e quindi una maggiore forza nei confronti nelle terapie e del processo di guarigione. Il sogno di Patch Adams divenne realtà nel 1983 quando finalmente riuscì ad aprire il Gesundheit! Institute, il suo Istituto della Salute nella Virginia occidentale, un luogo magico dove cure mediche e sorrisi si mescolano ancora oggi in una ricetta affascinante.

Oggi la clowterapia è diffusa in tutto il mondo e numerose sono le associazioni di medici e volontari che portano il sorriso nei reparti di pediatria e negli ospedali.

Perché ridere aiuta a guarire

Ridere attiva una serie di processi a livello cerebrale proprio nelle zone che regolano la sensazione di piacere. Ridere riduce i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, e agisce sulla dopamina, un neurotrasmettitore che regola la sensazione di piacere.

Numerosi studi hanno indagato sul legame tra la risata e il processo di guarigione. Uno studio condotto dal New York Presbiterian Hospital, ad esempio, ha scoperto che nei reparti dove si fa comico terapia si registrano un minore numero di giorni di degenza e una riduzione del 20% dell’uso degli anestetici. Un’altra ricerca condotta dall’Università del Maryland ha scoperto che ridere migliora le funzionalità dei vasi sanguigni e del sistema vascolare e sono solo alcuni degli studi che, in questi anni, hanno indagato sul valore terapeutico della risata.

Riassumendo si può concludere che:

  • ridere combatte la paura: sarà capitato anche a noi. Siamo al cinema e assistiamo a scene paurose, ma se tutti ci mettiamo a ridere la paura si stempera e tutto assume proporzioni diverse;

  • ridere rilassa: più di qualsiasi esercizio fisico, la risata ha effetti su un gran numero di organi (soprattutto quelli limitrofi al diaframma) e di muscoli (quando si ride si attivano fino a 80 muscoli) e alla fine ci dona una sensazione di grande relax. Inoltre la risata fa scendere i valori della pressione sanguigna e migliora il respiro;

  • ridere riduce il dolore: Charlie Chaplin lo diceva chiaramente: “ridere è come un tonico, un sollievo, un rimedio per attenuare il dolore” la risata distrae dalla sensazione di dolore e soprattutto, stando a uno studio condotto dall’Università di Oxford, aumenta la produzione delle endorfine, gli ormoni che svolgono una naturale azione analgesica;

  • ridere rafforza il sistema immunitario: quello condotto dall’Università californiana di Loma Linda è solo uno dei numerosi studi che hanno indagato sugli effetti che la risata sortisce sul sistema immunitario. La risata aumenta del 27% la produzione di endorfine e dell’87% di HGH, un ormone che aiuta le difese immunitarie;

  • ridere riduce lo stress: lo hanno scoperto gli stessi ricercatori della Loma Linda University. Ridere riduce la produzione di cortisolo, di epinefrina (adrenalina) e di dopamina: tre ormoni direttamente collegati allo stress e all’ansia;

  • ridere favorisce la comunicazione: ridere abbassa le difese e ci mette in relazione con gli altri, aumenta l’empatia e permette ai bambini di esprimere con maggiore facilità disagio, emozioni, paure e anche il dolore.

Il clown dottore

Negli ospedali dove si pratica la clownterapia il medico si toglie il camice bianco e austero e indossa quelli di un clown, di un amico che può aiutare il bambino a combattere malattie e dolore, ma mai senza una bella risata. in questo modo il dottore riesce ad entrare in più stretto contatto con i pazienti e stabilisce un rapporto umano e di fiducia più stretto e costruttivo.

In Italia si può diventare volontario della risata frequentando uno dei tanti corsi che vengono spesso organizzati da associazioni e cooperative sociali.

Consigli per la lettura:

  • Ridere. Un’indagine scientifica di Robert Provine.
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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.