come scegliere dove partorire

Come scegliere dove partorire

13/04/2017

Quando si avvicina il momento del parto ci si chiede come scegliere l'ospedale dove partorire e quali parametri prendere in considerazione per fare la scelta più giusta e sicura.

Quando scegliere l'ospedale dove partorire

E' importante cominciare a fare una ricerca dei centri nascita della propria città già all'inizio del secondo trimestre perché in questo modo si potrà avere la possibilità di seguire anche un corso preparto presso la struttura stessa. Inoltre scegliendo in tempo l'ospedale dove si darà alla luce il proprio bambino si potrà avere un pensiero in meno e prendere informazioni e contatti utili.

Qual è il miglior ospedale dove partorire

Maria Vicario, presidente della Federazione Nazionale dei Collegi Ostetriche, spiega che prima di fare una scelta definitiva è consigliabile leggere la carta dei servii del percorso nascita che riporta tutte le informazioni relative all'offerta assistenziale. In questo modo si avrà una fotografia completa di ciò che offre ogni punto nascita e scegliere quello più adatto alle proprie esigenze.

Ma come si sceglie il miglior ospedale dove partorire? Ecco alcuni punti fondamentali

  • Numero di parti annui: il Ministero ritene non sicuri i centri nascita che effettuano meno di 500 nascite l'anno e intende chiuderli quindi meglio evitare queste strutture perché non sono meno in grado di fronteggiare eventuali emergenze
  • Percentuale di parti cesarei: informarsi sulla frequenza con la quale si finisce in sala operatoria
  • Per gravidanza delicate, come quelle gemellari o a rischio per diabete, pressione alta o altro scegliere un centro nascita di livello 2 (che accoglie gravidanze da 34 a 37 settimane) o tre (con gravidanze sotto le 34), che assicurano cure subintensive o terapia intensiva neonatale
  • Se si desidera l'epidurale assicurarsi che il servizio sia garantito 24 ore su 24
  • Chiedere se il papà può stare in sala parto, se si può scegliere la posizione migliore e più favorevole durate il travaglio
  • Informarsi sui tempi e gli orari del rooming in. Alcuni lo prevedono per 24 ore e si deve tener presente che dopo il parto si potrebbe voler risposare parecchio, almeno di notte; informarsi anche sulle modalità con cui si favorisce l'allattamento al seno e il bonding, cioè il legame tra genitore e figlio

Come scegliere l'ospedale dove partorire?

Dove e come mi curo? è un portale di public reporting che contiene i dati delle strutture sanitarie italiane pubbliche e private, ha stilato un decalogo per la scelta dell'ospedale in cui partorire e ha realizzato una classifica degli ospedali al top per il parto sia a livello nazionale che regionale (vedi dati allegati regione per regione) e ha stilato un elenco di 10 domande da porsi quando si sta per prendere la decisione finale, ve le propongo:

  1.  Effettua un numero sufficiente di parti all'anno per essere considerato sicuro? Ricordate che una struttura che esegue meno di 500 parti l'anno non è considerata sicura e il Ministero conta di chiuderle nel più breve tempo possibile. Orientatevi verso una struttura che faccia mille parti l'anno (secondo il portale la struttura migliore in Italia per volumi di parti è l'Ospedale Sant'Anna di Torino).
  2. Rispetta la giusta proporzione di parti con taglio cesareo? Il limite massimo di parti cesarei è fissato nel 25%, ma in molte strutture, soprattutto cliniche private, questa percentuale sale in maniera drammatica. Scegliere un ospedali che ha una bassa percentuale di parti cesarei significa orientarsi verso una struttura che rispetta le linee guida del parto naturale e fisiologico e sarà più facile veder rispettato il proprio diritto a scegliere di partorire in modo naturale.
  3. È tra le strutture premiate con i Bollini Rosa? Sappiamo che ogni anno O.N.Da (Osservatorio nazionale sulla salute della donna) assegna agli ospedali più attenti alle esigenze delle donne, ossia a quelle strutture che offrono servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili, un riconoscimento chiamato Bollino Rosa. Ne ho parlato nel dettaglio in questo post.
  4. Garantisce l’analgesia epidurale 24h su 24? Nota dolente questa dell'epidurale garantita per tutte. Alcuni studi mostrano che se fosse garantito il parto in analgesia sempre e in qualsiasi momento non si farebbero così tanti cesarei. Di certo c'è che l'analgesia epidurale è inserita nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) addirittura nel 2008, ma ancora oggi molte donne devono rinunciarvi. L'unico modo per essere sicure di poter chiedere e ottenere l'epidurale e scegliere un ospedale che la offra 24 h su 24, 7 giorni su 7.
  5.  Dispone di un'Unità di Terapia Intensiva Neonatale? Si tratta di una domanda fondamentale se state avendo una gravidanza a rischio, se ci sono complicazioni o in caso di gravidanza gemellare.
  6. È attrezzato per la raccolta del sangue cordonale? Nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione da parte di associazioni ed istituzioni, poter donare il sangue del cordone ombelicale dopo il parto non è un servizio che viene offerto da tutti i centri nascita, anzi sono ben pochi quelli sono attrezzati per farlo.
  7. Offre il servizio di rooming-in? La possibilità di tenere il bambino in camera con sé facilita il buon avvio dell’allattamento al seno e la formazione del legame di attaccamento mamma-bambino
  8. Il papà potrà assistere al parto? Ormai è consentito quasi dappertutto, ma sempre meglio chiedere
  9.  È raggiungibile facilmente? Sapere che l'ospedale è facilmente raggiungibile riduce l'ansia della futura mamma ed è indubbiamente un vantaggio.
  10.  Dispone di vasca per il parto in acqua o di altri strumenti che agevolano la nascita? Molte donne desiderano avere un parto attivo, nel quale, cioè, possono scegliere le posizioni che preferiscono. In questo caso è bene informarsi se la struttura offre una vasca per il parto in acqua o altri strumenti che agevolano la nascita come la spalliera, lo sgabello olandese o particolari lettini ribassati.

Piano del parto

Tra le cose che si possono prendere in considerazione c'è anche la possibilità di scrivere e consegnare il piano del parto. Si tratta di un documento nel quale la futura mamma elenca quali pratiche vorrebbe e quali non vorrebbe durante il travaglio e il parto (ad esempio ascoltare della musica, avere accanto il papà, potersi muovere liberamente durante il travaglio oppure non volere l'episiotomia o l'induzione).

E' bene sapere che il piano del parto non è un documento vincolante e il personale sanitario non è obbligato a seguire ciò che vi è scritto. Si tratta solo di una dichiarazione del volere dei genitori ma i medici sceglieranno autonomamente cosa sarà meglio fare per salvaguardare la salute e la sicurezza di mamma e bambino.

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.