riflessi neonatali

Riflessi neonatali

06/04/2020

Le reazioni involontarie del neonato, nella fase di maturazione del sistema nervoso, sono assolutamente normali, l’assenza o la persistenza di queste reazioni nel tempo è determinante per capire se il bambino ha qualche problema di tipo neurologico. Ecco un breve elenco dei riflessi neonatali.

Il riflesso di Moro (o di abbraccio)

Scompare prima dei 6 mesi: il neonato allarga le braccia lateralmente come un abbraccio, con le palme verso l’alto, le dita aperte e il pollice in basso, quindi ritorna in posizione raccolta con gli arti sul corpo e si rilassa o piange.

Il riflesso di raddrizzamento

Scompare verso i 2 o 3 mesi: Il neonato in posizione verticale con le piante dei piedi poggiate si distende sulle gambe tendendo il tronco con un effetto onda.

Il riflesso di deambulazione

Scompare a 2 mesi: il neonato tenuto eretto con i piedi appoggiati flette le gambe come se dovesse marciare.

Riflesso di prensione

Scompare verso i 9 o 10 mesi ma già diminuisce verso i 4 mesi: stimolando il palmo della mano, il neonato la chiude come un pugno senza piegare il pollice.

Riflesso di suzione e deglutizione

Scompare verso i 10 o 11 mesi: sfiorando l’angolo della bocca il neonato gira la testa e cerca di avvicinarla allo stimolo come per succhiare. Questo riflesso gli permette di alimentarsi.

Riflesso tonico asimmetrico del collo

Scompare dopo poche settimane, si manifesta con la rotazione laterale della testa del neonato supino che determina una variazione del tono degli arti superiori con l'estensione della faccia e la flessione della nuca.

Il riflesso della calma

Partendo dai riflessi involontari dei neonati, la teoria del pediatra statunitense M.D. Harvey Karp, assistente presso la School of Medicine dell’Università della California, sul 'riflesso della calma' è particolarmente interessante. I bambini nei primi tre mesi di vita sono completamente indifesi poiché il loro sistema nervoso è ancora immaturo, non è un caso infatti che solo dopo il terzo mese incominciano davvero a interagire con il mondo esterno.

Secondo il dott. Karp, questo perché il bambino abbandona troppo presto il grembo materno, una condizione privilegiata di feto cullato nell’utero e circondato dal rumore costante del sangue materno che scorre nelle vene. Dopo la nascita i neonati sono di colpo soli, senza rumore e senza la compagnia dei ritmi ripetitivi e costanti dell’utero. Alcuni forse sono più preparati ad affrontare questa solitudine, altri invece piangono frequentemente perché si sentono persi e spaventati.

Il dottore Karp suggerisce alcuni sistemi per calmare il pianto tenendo presente proprio i riflessi automatici che caratterizzano la condizione di neonato.

  • Se la mamma mette il dito nella mano aperta del bambino, lui la chiude e si aggrappa, sarà di conforto allora prendere le sue mani e tenerle vicino al suo viso durante il cambio, il bagno o le coccole.
  • Mettere il bambino sulla schiena lo fa muovere e aprire le braccia in modo agitato e piangere (riflesso di moro). Per aumentare il suo benessere quando lo spostiamo (per esempio durante il bagnetto) è bene parlargli e avvisarlo di quello che si sta facendo. Nel muoverlo, giralo a pancia in giù prendendolo con una mano tra le gambe e sostenendo con l'altra collo e testa (sia nel tirare su che nel rimettere giù). Cosi riesce a percepire dove sta andando.
  • Coprire quasi come un fagotto il neonato lo tranquillizza molto ricordandogli le piacevoli sensazioni uterine. Abbassa il ritmo cardiaco, placa l'agitazione ed aumenta il sonno, questa calma dura più a lungo con le braccia che non si agitano e non lo disturbano.
  • La posizione più sicura per dormire è supina ma è la meno adatta per calmare il bambino (riflesso di moro). Consigliata la posizione su un fianco (alcuni neonati sono cosi sensibili che anche se sul fianco non si calmano, forse sono girati anche solo minimamente verso la schiena) o a pancia in giù.
  • Sussurrare, fare 'ssshhh' con la bocca, è un rumore che imita il suono del flusso sanguigno che sente il feto. Deve essere un po' forte, tanto quanto il pianto del bambino. Quando diminuisce il pianto può diminuire il rumore. Questo suono, fatto semplicemente con la bocca all’orecchio del bambino, aiuta a calmarlo e a rimanere addormentato più a lungo. Individuato il rumore preferito si può registrare su CD in modo da averlo sempre a portata di mano. Non bisogna avere paura di viziarlo o di coccolarlo troppo, prima di nascere il bambino godeva di questo suono rilassante 24 ore su 24. Adesso deve disabituarsi poco alla volta, quando ha raggiunto un buon ritmo sonno/veglia si può togliere piano piano il rumore, abbassarne il volume, diminuirne la durata, a piccoli passi.

Per approfondire: Five S's May Calm the Crying Infant

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.