pressione arteriosa in gravidanza

Pressione arteriosa in gravidanza

18/05/2018

La pressione arteriosa va sempre tenuta sotto controllo, e particolare attenzione va prestata durante i nove mesi di gravidanza. E’ del tutto normale soffrire di cali di pressione durante la gravidanza, perché i valori tendono ad abbassarsi fisiologicamente, ma c’è da controllare la pressione soprattutto durante il terzo trimestre per impedire che salga troppo. Sudore freddo, sensazione di svenimento, perdita di equilibrio sono alcuni dei sintomi del calo di pressione arteriosa in gravidanza. Quando preoccuparsi?

Valori della pressione arteriosa

In un soggetto adulto i valori della pressione si attestano nella norma quando la massima (o sistolica) non supera il 120 e la minima (diastolica) gli 80.

Al di sotto di questi valori si parla di ipotensione, al di sopra di ipertensione.

Pressione bassa in gravidanza

Nei primi mesi di gestazione è normale sentirsi particolarmente stanche o affaticate, e queste sensazioni possono essere causate anche dalla pressione bassa. Nei primi due trimestri di gravidanza, infatti, il passaggio troppo rapido di sangue tra arterie e vene uterine, legato al flusso nella placenta, può provocare cali di pressione.

  • Sudore freddo
  • sensazione di svenimento
  • perdita di equilibrio
  • vertigini
  • appannamento della vista
  • debolezza

sono i sintomi più comuni del calo di pressione. In questi casi è bene sdraiarsi e alzare i piedi ad un’altezza superiore della testa. In questo modo si favorisce l’afflusso del sangue al cervello.

Pressione in gravidanza, quando preoccuparsi

Ciò che va tenuto sotto controllo durante la gravidanza è l’ipertensione (superiore a 140/90).

Il rischio principale legato alla pressione arteriosa in gravidanza si chiama preeclampsia (o gestosi), una complicanza che può mettere a rischio mamma e bambino. Si presenta nel secondo o terzo trimestre di gestazione, in associazione con la proteinuria (presenza eccessiva di proteine nelle urine) e con gonfiore agli arti inferiori.

La preeclampsia interessa il 5-10% delle donne in dolce attesa in tutto il mondo (l’1% in Italia). In caso di preeclampsia bisogna pensare ad una terapia farmacologica antipertensiva e tenere sotto costante monitoraggio i sintomi della preeclampsia. Se il disturbo peggiora e iniziano a manifestarsi sintomi come

  • emicranie frequenti,
  • disturbi della vista,
  • danni epatici e renali

allora bisogna far nascere con urgenza il bambino.

Pressione alta in gravidanza, valori

L'American College of Obstetrics and Gynecology e l'Organizzazione Mondiale della Sanità definiscono ipertensione in gravidanza la presenza di uno o più dei seguenti criteri illustrati di seguito, riscontrati in almeno 2 misurazioni eseguite a distanza di almeno 4 ore:

  • Pressione arteriosa ≥ 140/90 mmHg
  • Aumento della pressione arteriosa sistolica (la massima), rispetto al preconcepimento, ≥ 25 mmHg (WHO) o ≥ 30 mmHg (ACOG)
  • Aumento della pressione arteriosa diastolica (la minima), rispetto al preconcepimento, ≥ di 15 mmHg

Se la donna aveva già l’ipertensione prima dell’inizio della gravidanza o il disturbo si presenta entro la ventesima settimana il rischio che si trasformi in preeclampsia è ridotto (non supera il 20%), ma è facile che l’ipertensione resti anche dopo il parto.

L’ipertensione gestazionale, invece, è la pressione alta dopo la ventesima settimana, può essere legata ad un’ipertensione preesistente della quale la donna non si era mai accorta e può degenerare in preeclampsia (anche se i rischi che ciò accada scendono se l’ipertensione si presenta intorno alla 34sima settimana). Va tenuta sotto monitoraggio.

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.