Durante i nove mesi di gestazione la circolazione sanguigna e la ritenzione idrica provocano spesso una sensazione di gonfiore alle future mamme. I cambiamenti ormonali, l’aumento della componente liquida del sangue rispetto a quella proteica e la vasodilatazione tipica della gravidanza, spesso comportano sensazione di pesantezza e gonfiore alle gambe. Questo disturbo, del tutto fisiologico, si accentua soprattutto nell’ultimo trimestre e soprattutto in presenza di temperature ambientali particolarmente calde, che rallentano ulteriormente la circolazione venosa e linfatica. Vediamo insieme come fare se si soffre di gambe gonfie in gravidanza e quali sono i rimedi utili.
Le creme sono particolarmente utili per trovare sollievo. Perfette quelle a base di sostanze naturali come la betulla, l'ippocastano o l'uva perché favoriscono il ritorno della circolazione sangugna dal basso verso l'alto.
L'importante è massaggiare la crema partendo dalla caviglia e risalendo verso la parte lata della coscia.
Vi consiglio, quindi, delle creme naturali ad azione vasoprotettiva e rinfrescante che vanno applicate partendo dal piede e procedendo verso l’alto. Io per esempio le conservavo nel frigorifero così erano freschissime e mi davano immediato sollievo.
Alcuni rimedi semplici da attuare per evitare il gonfiore agli arti inferiori:
Se si nota però che il gonfiore è eccessivo e che si estende anche a viso e mani è fondamentale farsi visitare velocemente dal proprio ginecologo per valutare le pressione arteriosa e l’eventuale presenza di proteine nelle urine.
Il gonfiore potrebbe infatti in questo caso, essere il sintomo di una seria patologia che colpisce le donne nel terzo trimestre di gravidanza, la pre-eclampsia, anche conosciuta come gestosi - che va attentamente seguita dal medico.
Si chiama “sindrome delle gambe senza riposo” (Rls - Restless legs syndrome) e nelle donne in dolce attesa può diventare davvero irritante!
L’impulso di muovere le gambe, soprattutto durante le ore notturne o quando si sta a riposo, è la principale caratteristica di questa sindrome che colpisce circa il 5% degli italiani, in gran parte di sesso femminile.
Durante la gravidanza la sindrome colpisce con maggiore frequenza, soprattutto nel terzo trimestre, e sembra scomparire dopo il parto.
Appare sulle pagine di Neurology uno studio condotto da Mauro Manconi, ricercatore presso il centro di Medicina del Sonno dell'ospedale San Raffaele Turro di Milano, che, invece, rivoluziona la teoria della sindrome come disturbo passeggero e mostra come, su lungo periodo, le donne che hanno avuto questo problema siano spesso costrette a farci di nuovo i conti nel corso della vita.
La ricerca ha preso in considerazione 74 donne che durante la gravidanza avevano sofferto di Rls e 133 che non avevano avuto questo problema: le donne sono state seguite per ben sette anni e al termine di questo periodo è emerso quelle che avevano sofferto di Rls avevano un rischio superiore di 4 volte di soffrire nuovamente di questo disturbo in forma cronica, e che il 60% delle donne che avevano avuto la Rls durante la gravidanza soffriva dello stesso problema nelle gravidanza successive (mentre ciò accadeva solo nel 3% del campione di controllo).