mandare i bambini in vacanza da soli

Mandare i bambini in vacanza da soli

05/06/2017

La scuola sta per volgere al termine. Magari i bambini sono già abbastanza stanchi della routine che si ripete uguale ogni giorno da mesi: sveglia, colazione e di corsa a scuola. Magari iniziano a fare i capricci, a voler dormire più a lungo, a chiedere un giorno di vacanza. Come organizzare questi 3 lunghi mesi di vacanze scolastiche e possiamo mandare i bambini in vacanza da soli?

Come impegnare i bambini? A chi affidarli se non si ha la fortuna di avere l’aiuto di nonni o baby sitter?

I campi estivi per bambini

Una soluzione che ha preso sempre più piede negli ultimi anni è quella del campo estivo. Sono ormai davvero numerose le organizzazioni che propongono campi estivi o addirittura vacanze per bambini che viaggiano soli.

Le opportunità sono molteplici: campi estivi all’estero per ragazzi e adolescenti, settimane di vacanza con i coetanei (le cosiddette colonie estive) in montagna, al mare o in parchi nazionali per bambini dai sette anni in su e campi estivi nella città di residenza che tengono impegnati i bambini per l’intera giornata o parte della giornata permettendo loro di rientrare a casa per dormire (una soluzione adatta soprattutto ai più piccolini).

Ma quali sono i vantaggi della partecipazione a un campo estivo?

  • Per i più grandi indubbiamente è evidente il vantaggio della convivenza con i coetanei, della scoperta di un posto nuovo, lontano da quelli abituali, della sperimentazione di una propria autonomia e indipendenza dai genitori. Oltre che all’opportunità di apprendere una lingua straniera, scoprire aspetti della natura, imparare ad andare a vela o a cavallo.
  • Per i più piccoli il vantaggio è essenzialmente quello di proseguire sulla strada della sperimentazione, della manipolazione, della creatività, con il sostegno di educatori formati e grazie alla partecipazione ad attività  libere, preferibilmente all’aria aperta.

Inoltre non è da sottovalutare che il bambino che partecipa a un campo estivo non trascorrerà tutto il giorno davanti alla televisione o ai videogames, con grande benefico per la sua salute.

Tuttavia è bene non forzare il bambino a partire per andare qualche giorno lontano da casa: si tratta pur sempre di una vacanza e deve essere vissuta con entusiasmo e un pizzico di avventura. Quindi sì a stimolare il bambino, magari scegliendo insieme a lui un campo che non sia troppo distante da casa e dal quale deve sentirsi libero di poter andare via se desidera rientrare, ma senza forzarlo o costringerlo se non se la sente.

In tal caso sarebbe meglio optare per un campo da fare in città che lo impegni per gran parte della giornata e che gli consentirà comunque di stare a contatto con i coetanei impegnandosi in interessanti attività.

Quale campo scegliere?

In ogni città esiste davvero un ampio ventaglio di scelta. Ormai tutti gli operatori per l’infanzia hanno afferrato al volo l’opportunità di fare business andando incontro alle esigenze dei genitori che lavorano nei mesi estivi.

A livello nazionale esistono le grandi associazioni ambientaliste che organizzano i campi estivi nelle varie regioni.

  • La LIPU, ad esempio, organizza campi per proteggere e conoscere gli uccelli;
  • il WWF propone campi avventura all’interno delle sue Oasi;
  • Legambiente apre ai ragazzi i campi di volontariato;
  • Marevivo organizza settimane verdi nelle località di mare più belle d’Italia.

Per i bambini appassionati di calcio le squadre più importanti d’Italia propongono ogni anno dei campi estivi di allenamento.

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.