come prevenire gli infortuni nello sport nei bambini

Come prevenire gli infortuni nello sport nei bambini

15/05/2017

Quando il bambino fa sport a livello più agonistico e impegnativo sale anche il rischio di infortunio. Un rischio tanto più alto per quei giovani atleti che si allenan o in maniera intensiva tutto l’anno, spinti dalla volontà di migliorare le proprie performance. Ecco qualche consiglio su come prevenire gli infortuni nello sport nei bambini e per ridurre il più possibile il rischio di infortunio.

  • Riscaldamento: è importante insegnare ai bambini a fare riscaldamento prima dell’attività sportiva. Gli esercizi di riscaldamento preparano corpo e muscoli allo stress derivante dalla pratica sportiva. Gli esercizi più comuni di riscaldamento sono: salti ginocchia alte, saltelli, corsetta sul posto etc… Il riscaldamento dovrebbe durare per circa dieci minuti.
  • Esercizi di base per rinforzare il tono muscolare: se il bambino fa un’attività sportiva più agonistica e competitiva parlate con il suo allenatore per fargli fare una serie di esercizi generali che servano a rinforzare la muscolatura e rendere più forte l’apparato muscolo-scheletrico. .
  • Incoraggiare diverse attività: focalizzarsi solo un singolo sport può favorire lo sviluppo di alcune parti del corpo tralasciandone altre. Anche se il bambino preferisce fare un solo sport è bene farlo impegnare anche in un’attività che utilizzi diversi gruppi muscolari. Questo non solo favorisce lo sviluppo atletico in generale ma contribuisce anche a ridurre il rischio di lesioni. Per raggiungere lo scopo si può proporre al bambino di fare uno sport diverso dal solito in estate oppure semplicemente permettergli di giocare all'aperto liberamente tutti i giorni.

Vietati i colpi di testa

Negli Stati Uniti gli esperti vietano ai piccoli calciatori di fare colpi di testa quando giocano a calcio. Il provvedimento della Federcalcio statunitense riguarda i bambini con meno di dieci anni, mentre per quelli di età compresa tra 10 e 13 anni dovrebbero limitare l'utilizzo di queste azioni.

I colpi di testa per i bambini possono essere responsabili di traumi ad aree cerebrali importanti e causare malattie come il morbo di Lou Gerigh e disabilità anche permanenti.

Qualche tempo fa i genitori intentarono una class action contro i dirigenti calcistici proprio per ottenere un divieto dei colpi di testa nelle squadre dei più piccoli. Adesso la federazione ha proibito questo tipo di colpi per i più piccoli e chiesto agli allenatori di limitarne il ricorso per quelli più grandicelli.

Christopher Nowinski, direttore della NGO 'Concussion legacy Foundation', ha commentato positivamente questa notizia:

E' un buon passo in avanti l'aver almeno stabilito un'età minima sino a cui non si può giocare con colpi di testa, ma c'è ancora molto da fare

 Di diversa opinione Michael Kaplen che ha guidato la class action e secondo il quale bisognerebbe mettere al bando i colpi di testa a qualsiasi età e il limite di età imposto dalla Federcalcio sembra essere sciocco e arbitrario.

Sembra essere dello stesso parere anche Robert Cantu, neurologo ed esperto di traumi cranici, che spiega che in realtà sono proprio i bambini tra i 10 e i 12 anni quelli più a rischio perché la materia grigia del cervello e i muscoli del collo non sono ancora sviluppati e ciò rende questi ragazzini maggiormente vulnerabili ai danni causati dalle commozioni cerebrali.

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.