allergie alle punture di insetti

Allergie alle punture di insetti

12/06/2017

Si stima che lo 0,3% delle persone soffrano di allergie alle punture di insetti. Per quanto possano provocare prurito, dolore, gonfiore e molto fastidio (non senza qualche lacrima) le punture di insetto generalmente si risolvono con una pomata, un po’ di ghiaccio e tante coccole nel giro di poco tempo. Ma in rari casi queste punture possono provocare delle reazioni allergiche nei bambini, reazioni che vanno immediatamente riconosciute e trattate in ospedale.

Puntura di insetto con gonfiore e rossore

Nella maggior parte dei casi la reazione alle punture di insetto è caratterizzata da:

  • Arrossamento o gonfiore nella zona punta che appare rigonfia e dolente.
  • fastidio e dolore che si sviluppa nel giro di pochi minuti e raggiungono il loro massimo nell’arco di 24-48 ore (il dolore può essere lenito con una pomata antistaminica).
  • Febbre e malessere generale (che può essere trattata con paracetamolo)
  • In alcuni casi possono manifestarsi orticaria generalizzata o un angioedema in sedi distanti dalla puntura (che possono essere trattati con anti-istaminici o cortisonici per via orale)

Solo nello 0,3 -0,1% dei casi la puntura provoca una violenta reazione allergica.

Ecco i sintomi:

  • Problemi cardiovascolari, come sincope collasso, crollo della pressione.
  • Disturbi respiratori: fischi e sibili e stridore laringeo.
  • Più raramente, disturbi all’apparato gastroenterico (coliche addominali, diarrea).

In questi casi è imperativo intervenire tempestivamente con la somministrazione di adrenalina ed eseguire esami finalizzati per riscontrare la sensibilizzazione al veleno di un preciso insetto.

Gli esperti della SITIP (Società Italiana di Infettivologia Pediatrica) spiegano che riuscire a riconoscere quale sia il tipo di veleno al quale il bambino è allergico permette di avviare un’adeguata desensibilizzazione.

Come si effettua la desensibilizzazione

E’ importante intervenire nelle reazioni allergiche alle punture di insetto non solo per evitare uno choc anafilattico, ma anche perché questa reazione è un preciso indicatore di un rischio futuro: è stato provato, infatti, che chi ha sofferto di una reazione allergica ha un più alto rischio di avere la stessa reazione nel caso in cui lo stesso insetto dovesse pungerlo in futuro.

Per questo è indispensabile procedere, dopo la diagnosi, con un percorso di desensibilizzazione. Il test per la diagnosi consiste nel praticare iniezioni sottocutanee di dosi crescenti di veleno fino ad ottenere una tolleranza di una dose simile a quella iniettabile dagli insetti. Generalmente la procedura dura tra le 18 e le 24 settimane, anche se in qualche centro viene praticata in sole 2-3 settimane.

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.