fecondazione assistita all estero

Fecondazione assistita all'estero

14/02/2017

Russia, Ucraina, Georgia e Armenia sono questi i Paesi stranieri verso i quali si orienta il turismo procreativo per la maternità surrogata, una pratica vietata in Italia e in altri Paesi. Ma come funziona la fecondazione assistita all'estero?

Stando ad Rapporto dell'Osservatorio sul Turismo Procreativo, che nel 2011 aveva preso in esame i dati raccolti in 39 centri di 21 Paesi europei le coppie italiane che si recavano all’estero per sottoporsi ai trattamenti per la fertilità sono sempre più numerose (almeno duemila, si calcola).

Il dato risultava interessante, perché se prima due coppie su tre non avevano altra scelta che andare all’estero, perché i trattamenti di cui avevano bisogno non erano permessi in Italia (come la maternità surrogata o l’utero in affitto), sceglievano  di varcare il confine anche aspiranti genitori che avevano bisogno di trattamenti che si possono fare anche in Italia. Come si legge nel rapporto, infatti,

“Nel 2011 almeno 4000 coppie si sono recate all'estero: metà di queste hanno scelto di espatriare per necessità, perché devono ricorrere alla fecondazione eterologa, l'altra metà lo ha fatto senza apparente indicazione medica, per eseguire trattamenti consentiti anche in Italia”

Perché scegliere la fecondazione assistita all'estero

Gli esperti ritengono che la responsabilità non fosse solo dei paletti messi dalla legge 40 che regola la procreazione assistita, ma anche della scarsa informazione e dall’ignoranza che caratterizza queste procedure.

In altre parole, spesso le coppie non riuscivano a vederci chiaro e a capire quali sono i trattamenti autorizzati e quali non lo sono e scelgono di andare direttamente all’estero.

Oggi, invece, la situazione in Italia è migliorata. Il turismo procreativo è in netta diminuzione, probabilmente per vari motivi:

  • tranne la maternità surrogata, che resta proibita, in Italia nessuna tecnica è più vietata
  • c'è maggiore informazione sulle tecniche offerte, sui costi e sulle modalità di accesso ai centri specializzati (circa 300 in tutto il territorio);
  • gli standard qualitativi e quantitativi sono di livello assistenziale e l’offerta dei servizi è ampia

Eppure alcuni continuano a scegliere di rivolgersi a centri per la fecondazione assistita all'estero (soprattutto in Spagna e Repubblica Ceca, mete preferite dagli italiani). Resiste la convinzione che all’estero le procedure siano più economiche e l’iter più snello. Insomma resiste diffusa l’idea che i centri italiani non siano all’altezza e siano legati da troppi vincoli a causa delle disposizioni di legge.

Ma cos’è permesso in Italia e cosa non lo è?

Da quando è stata promulgata la legge 40 ha subito tantissime modifiche ed è stata di fatto smantellata pezzo per pezzo.

  • E’ permesso, ad esempio, eseguire una diagnosi genetica pre-impianto a causa di una malattia genetica o a congelare tutti gli embrioni che sono stati prodotti con un ciclo di stimolazione.
  • E’ vietata la maternità surrogata o utero in affitto (una donna si offre di portare avanti la gravidanza al posto della madre),
  • è consentita la fecondazione eterologa (eseguita con lo sperma o un ovulo proveniente da un donatore o una donatrice)
  • E' ancora vietato l'accesso alla fecondazione assistita alle donne single, ma manca una legge apposita in tal senso.

Uno studio pubblicato su Human Reproduction ha fotografato il trend della fecondazione assistita all'estero: ogni anno si spostano nei centri esteri circa 3500-4000 italiani. Le richieste più frequenti riguardano la fecondazione eterologa - che però può essere fatta anche in Italia ed è stata inserita anche nei nuovi LEA (LIvelli essenziali di Assistenza) 2017.

Fecondazione assistita all'estero, costi

E' possibile detrarre fiscalmente le spese effettuate per le tecniche di fecondazione assistita all'estero che sono permesse dalla legge italiana ed effettuate in una struttura sanitaria estera autorizzata o da un medico specializzato italiano.

Cosa è possibile detrarre dalle tasse?

  • le spese sostenute per la crioconservazione degli ovociti e degli embrioni
  • per il trattamento di iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo nell’ambito di un iter di procreazione assistita

Concludendo, conviene ancora andare all'estero?

In realtà no. Anni fa molte pratiche che in Italia erano vietate erano invece accessibili in altri paesi. Oggi in Italia è vietata solo la maternità surrogata e l'utero in affitto, pratiche sono proibite anche in altri Paesi d'Europa. Il livello qualitativo dei servizi offerti dai centri specializzati sia pubblici che privati è molto alto quindi il consiglio è innanzitutto quello di rivolgervi al vostro ginecologo di fiducia che saprà indirizzarvi verso un centro di alto livello.

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.