come motivare i figli nello sport

Come motivare i figli nello sport

02/10/2023

Genitori che criticano le decisioni degli allenatori, tifosi ai limiti della maleducazione sugli spalti nelle partite della domenica, accaniti sostenitori dei talenti dei loro figli con la tendenza a caricare sulle loro spalle le aspirazioni frustate della loro gioventù. Mio figlio frequenta una scuola di calcio e sui campetti, durante l'allenamento e le partite se ne vedono di ogni sorta e avolte l'atteggiamento dei genitori rischia di allontanare i bambini dallo sport,. In questo post vorrei fare il punto su come motivare i figli nello sport in modo sano e costruttivo.

Il ruolo della famiglia nello sport

Lo sport è importante per i bambini, ma deve essere accompagnato da un sano agonismo e un grande spirito di sportività che innegabilmente si apprendono in famiglia.

Innanzitutto vi propongo un decalogo per i genitori dei piccoli atleti, stilato dalla Federazione medico sportiva italiana (Fmsi):

  • sostenere i bambini;
  • rispettare sempre le decisioni dell’allenatore, dell’arbitro e gli avversari;
  • non rimproverare mai un bambino perchè non ha vinto;
  • non mettere mai sotto pressione i figli nella pratica sportiva, anzi fargli capire che ciò che conta è un proprio personale percorso di crescita;
  • far sentire la propria presenza sostenendolo durante gli allenamenti e nelle competizioni ma sdrammatizzando le cose negative e promuovendo quelle positive;
  • insegnare ai bambini che più che saper vincere sempre è molto importante saper perdere;
  • stabilire insieme ai figli delle tappe e degli obiettivi realistici commisurati alla sua età e alle sue potenzialità;
  • non interferire nelle scelte tecniche dell’allenatore o nelle relazioni con gli altri componenti della squadra, stimolando il figlio ad essere autonomo ed indipendente.

E ancora, sarebbe meglio astenersi dal commentare negativamente le decisioni dell’allenatore davanti ai figli o agli altri genitori, ma parlarne a quattr’occhi con lui.

Lo sport è un momento molto importante per la vita dei bambini, attraverso l’attività sportiva si misurano con se stessi, con il proprio coraggio, la forza, si pongono nuove sfide e imparano ad elaborare i fallimenti: quando si perde è importante ascoltare il bambino, invitarlo ad aprirsi senza liquidare la questione con due parole.

Motivazione nello sport, psicologia

Resta il fatto che uno sport deve piacere, deve creare soddisfazione, far scatenare l'energia e soprtatutto deve divertire.

Iniziare a praticare uno sport troppo da piccoli può favorire l’abbandono della pratica sportiva negli anni successivi.

A suggerirlo è uno studio dell’University of California condotto su 460 ragazzi del college che hanno compilato alcuni questionari volti a fotografare le loro abitudini presenti e passate in fatto di discipline sportive.

E’ così emerso che 296 ragazzi praticavano sport in società sportive o squadre organizzate mentre tutti gli altri lo facevano per puro divertimento.

Il dato interessante riguarda proprio i ragazzi che praticavano sport a livello più professionale: dai sei ai dieci anni si erano cimentati in una gran verità di attività sportive e solo dopo il decimo compleanno si erano concentrati sullo sport che alla fine avevano praticato a livello agonistico negli anni successivi.

Il dato conferma che quella dell’infanzia è l’età dei giochi e del divertimento, gli anni in cui anche l’attività sportiva deve assumere una prevalente dimensione ludica. Insomma è più che giusto far provare ai bambini piccoli tanti sport per puro divertimento perché solo così apprezzeranno lo sport anche in età adulta.

Infine una raccomandazione per quanto riguarda la salute. E’ bene che il bambino che pratica sport venga seguito non solo sul campo o in piscina, ma anche a casa sostenendo la sua salute con un’adeguata alimentazione, le necessarie visite mediche e senza troppe pressioni.

Creare motivazione nello sport

Fare sport sin da piccoli, ma anche nell'adolescenza, è molto importante per lo sviluppo psicofisico del bambino, ma quante volte i bambini vengono privati della libertà di fare lo sport che preferiscono e finiscono col fare quello imposto dai genitori? Il fenomeno sembra riguardare addirittura il 40% dei genitori di bambini tra 5 e 7 anni che spingono i propri figli a praticare lo sport preferito da mamma o papà.

Ad illustrare i rischi di questa imposizione è Vincenzo Prunelli, medico e psicologo dello sport, presidente dell'Associazione nuovo sport giovani:

in questo modo il giovane risponde più alle imposizioni, ai desideri o alle illusioni degli altri, non al piacere e all'interesse per ciò che fa. Troppi genitori, possiamo stimare 2 su 5, iscrivono i figli allo sport che piace a loro, quello nel quale si sono divertiti di più o che hanno solo sognato, oppure a quello che promette guadagni da sogno o fa tanto chic

Lo sport per i bambini deve essere soprattutto gioco con poche regole in modo da potersi mettere alla prova, aguzzare l’ingegno e la creatività, divertirsi e sfogare energie.

Invece troppi genitori

vogliono far studiare il figlio da campione e pretendono che dal primo giorno impari i gesti del fuoriclasse salvo dover fare presto i conti con la realtà

Il rischio concreto è che il bambino trasformi rapidamente anche il gioco e lo sport in un impegno simile al lavoro, e che il genitore investa fin troppe aspettative in questo ambito, facendo cambiare più discipline troppo velocemente per trovare quello giusto, ritirando il bambino troppo preso e quindi deludendolo e amareggiandolo oppure costringendolo ad insistere anche se lui non ha più interesse.

Il giovane si rende conto di dover soddisfare bisogni e illusioni del genitore e allora alza il prezzo delle pretese, trascura la scuola o passa decisamente alla reazione

spiega Prunelli.

Come motivare i ragazzi allo sport?

Ecco i consigli del medico per evitare di fare questo tipo di errori:

  • diffidare di una formazione che si rivela con l’essere solo addestramento tecnico e lascia poco spazio alla creatività e alla libera iniziativa, che valuta solo il risultato e non l’impegno;
  • diffidare anche della specializzazione precoce che appunto trasforma il gioco in un vero lavoro e impedisce al bambino di sentirsi appagato perché richiede pensiero astratto e progettazione su lungo periodo, competenze che il bambino non ha perché percepisce attraverso i sensi e vive solo nel momento presente;
  • evitare di richiedere troppo al bambino e fare in modo di impegnare il bambino in attività a sua misura, nelle quali possa anche vincere perché altrimenti diventerà insicuro e dovrà convivere con il fardello di sentirsi perdente. E' bene che i traguardi affidategli siano adatti alle sue capacità;
  • i bambini piccoli vanno lasciati di giocare in libertà che è l’unico percorso per arrivare al talento;
  • favorire la scoperta e la sperimentazione di nuove abilità.
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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.