'Tra le braccia di Morfeo'

Un sonno sereno infatti è garanzia di una crescita sana per i nostri bimbi.

'Tra le braccia di Morfeo'
1. 'Tra le braccia di Morfeo'

Qualche suggerimento per un tema che sta a cuore a molti genitori: il sonno dei nostri figli.
Un sonno sereno infatti è garanzia di una crescita sana per i nostri bimbi e di un altrettanto importante riposo per i genitori.

Vi indichiamo alcune 'tecniche' utili a tutte le età dato che il sonno dei bambini cambia con la crescita.

2. Dai 3 mesi di vita...

Dai 3 mesi di vita del bimbo è opportuno stabilire le modalità attraverso le quali far addormentare il proprio piccolo.
E’ infatti fra i 3 e i 6 mesi che i bimbi dovrebbero cominciare a dormire 6 ore per notte senza interruzioni. Fino ai 3 mesi, invece, il neonato non distingue il giorno dalla notte e i ritmi di sonno/veglia sono dettati dagli intervalli tra una poppata e l’altra. Intervalli in cui il bimbo, appunto, alterna il sonno a brevi momenti di veglia.

3. Fase neonatale

In una fase neonatale - cioè fino ai 6 mesi - è buona norma metterlo in una posizione comoda che richiami la posizione fetale che aveva nel grembo materno. Per cui è opportuno che un neonato dorma su un fianco o supino e mai con la testa più in basso del corpo.

Nello stesso periodo di tempo uno strumento utile al sonno potrebbe essere cullarlo dolcemente e dargli qualcosa da succhiare oppure accompagnare il sonno con il tipico suono 'Sssshhh a voce alta. Esso riproduce un suono con cui il neonato aveva familiarità nell’utero cioè il rumore del sangue nella aorta ogni volta che il cuore della mamma fa un battito.

E infine una ninna nanna lieve.

4. Il rito della nanna

Nel momento in cui c’è il passaggio da neonato a bambino è utile stabilire una prassi e dei piccoli riti che precederanno sempre il sonno di vostro figlio.
Così riuscirete a creare per lui una routine tale che lo porti ad individuare quando è il momento di fare la nanna.

Inoltre è importante che il bambino si addormenti nella stessa condizione in cui proseguirà il suo sonno.

5. Rispettare l'ora del sonno

Stabilite un orario per far addormentare il bimbo e che sia sempre lo stesso. Tenere un orario costante farà sì che il bambino - pur non sapendo distinguere che ore sono - comincerà ad avere sonno proprio in quella fascia oraria perché ascolterà il suo corpo e percepirà il rito che avrete costruito per lui.

6. I bambini sono abitudinari

Fissate dei piccoli riti che precederanno sempre il momento del sonno.

Ad esempio il bagnetto, la favola della buonanotte, le coccole con il papà che durante il giorno non è stato in casa. E’ importante che l’ordine dei 'rituali' sia sempre lo stesso perchè rappresenteranno per il bimbo le fasi in cui avvicinarsi al sonno.

7. Una 'stretta rassicurante'

Lasciategli qualcosa da stringere a sé così che non abbia bisogno della stretta rassicurante di mamma e papà. Un peluche andrà benissimo. Lasciare accesa una piccola lucina non lo farà sentire avvolto dal buio.

8. Il rito si ripete nel corso della notte

E’ fondamentale che il bimbo risvegliandosi durante la notte - cosa che avviene per molti bambini - riconosca le stesse modalità in cui è stato fatto addormentare così che non si spaventi per il buio o l’assenza dei genitori e così che possa riaddormentarsi da solo.

A tal proposito, dunque, non è opportuno abituare il bimbo ad addormentarsi cullandolo per poi appoggiarlo, solo dopo, nel lettino. All’eventuale risveglio, infatti, non trovando le braccia di mamma e papà, si spaventerà e comincerà a piangere. Lo stesso dicasi se il momento dell’addormentarsi è accompagnato dall’allattamento o dal biberon.

9. Ognuno nel suo letto

Non importa che la culla o il lettino sia nella vostra o nella sua stanza - almeno inizialmente - ma è stato dimostrato, invece, che dormire nel lettone con i genitori può creare a lungo andare dei problemi di sonno al bimbo e nei neonati c’è chi sostiene che addirittura influisca nella sindrome di morte in culla.

10. Sindrome da paura di abbandono

Il pianto di un bambino di norma è sintomo di un malessere fisico ma - in alcuni casi - è anche espressione di quella che viene definita sindrome da paura di abbandono. Un disturbo psicologico che scompare di solito già nei primi mesi di vita. Se vi accorgete, dunque, che vostro figlio non ha un dolore fisico (mal di pancia, mal d’orecchio, febbre) in questo caso non lasciatelo piangere ma sollevatelo dalla culla, stringetelo a voi e cantategli una filastrocca.

11. Mantenere sempre la calma.

Cercate di mantenere la calma e di mostravi serena. I neonati percepiscono immediatamente l’irritazione e la stanchezza della mamma nonché il malessere e questo amplifica i loro timori.

A partire dal 5°/6° mese iniziate ad allentare - durante questi risvegli notturni - il contatto fisico e limitatevi a calmarlo lasciandolo nella culla o nel lettino e cantando per lui. Questo aiuterà la crescita emotiva di vostro figlio.