Durante la gravidanza prestiamo molta attenzione a ciò che mangiamo e siamo a conoscenza di quali alimenti andrebbero evitati, soprattutto per prevenire tossoinfezioni e altri disturbi che potrebbero essere rischiosi per il bambino. Ma cosa sappiamo del tartufo in gravidanza: possiamo mangiarlo oppure meglio evitare?
Il tartufo è un fungo che cresce sottoterra che si trova vicino ad alcune piante. Anche se esistono varie specie di tartufi, i più conosciuti sono il pregiato tartufo bianco e quello nero.
In linea di massima il rischio legato al consumo di tartufo in gravidanza riguarda la Toxoplasmosi.
La toxoplasmosi è una malattia da prendere sul serio durante la gravidanza, poiché può comportare gravi rischi per la salute del feto se contratta nelle prime fasi della gestazione. Si tratta di una malattia infettiva causata da un parassita noto come Toxoplasma gondii. Questo parassita è molto comune e può essere trasmesso all'uomo attraverso diverse vie, compresi gli animali, la carne cruda e i prodotti della terra che non sono stati adeguatamente lavati.
In generale, la toxoplasmosi non è considerata una malattia pericolosa per gli esseri umani, e spesso l'infezione regredisce spontaneamente entro poche settimane. Tuttavia, durante la gravidanza, questa malattia può comportare rischi significativi, in particolare se viene contratta nelle prime settimane di gestazione.
Una delle principali vie di trasmissione della toxoplasmosi è attraverso il consumo di carne cruda o poco cotta, di frutta e verdura che non è stata lavata accuratamente o attraverso le feci di gatto.
Il parassita può essere ucciso dalla cottura adeguata degli alimenti.
Ovviamente il tartufo può contenere la presenza del Toxoplasma gondii perché cresce sotto terra ed è difficile lavarlo bene.
Lavare accuratamente il tartufo e rimuovere qualsiasi particella terrosa è un passo fondamentale per ridurre al minimo il rischio di Toxoplasmosi. Poiché il parassita può sopravvivere nel terreno, eliminando qualsiasi traccia di terra si riduce notevolmente la probabilità di trasmissione.
Ecco alcune passi da seguire per la preparazione sicura dei tartufi in gravidanza:
Anche se siamo molto attente a lavare correttamente i tartufi il modo più sicuro per consumarli durante la gravidanza è dopo averli cotti o congelati, oppure preferendo il tartufo essiccato che viene prima sottoposto ad un processo di cottura..
La cottura uccide i batteri superficiali e può eliminare qualsiasi potenziale presenza del parassita Toxoplasma gondii. Si consiglia di cuocere i tartufi prima di consumarli. Serviteli caldi, con una temperatura interna di circa 75°C.
NB: in cottura è preferibile utilizzare il tartufo nero invece che il bianco.
Il tartufo migliore da congelare è quello nero, che ha aromi e sapori meno intensi. Va congelato per almeno 7 giorni a temperature di –18° o più basse.
Le salse al tartufo acquistate in negozio sono generalmente pastorizzate, garantendone la sicurezza. In generale, i prodotti al tartufo conservati sono una valida alternativa perché sono stati sottoposti a rigidi processi di sterilizzazione e pastorizzazione.
La maggior parte degli oli al tartufo in realtà non contengono tartufo ma sono prodotti con aromi sintetici. L'olio sintetico al tartufo è sicuro da usare e può aggiungere sapore ai tuoi piatti. Tuttavia, è bene leggere in etichetta se non vi sia del vero tartufo crudo: in quel caso meglio evitare.