nutriafrica dalla campania all africa per portare cibo e speranza

Nutriafrica: dalla Campania all'Africa per portare cibo e speranza

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e l’Agenzia per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite (FAO) stimano che, nel mondo, le persone denutrite siano 800 milioni, di cui 160 milioni sono bambini al di sotto dei cinque anni. Di questi, inoltre, circa 6 milioni muoiono ogni anno e più della metà sicuramente per complicazioni e concause derivanti dalla malnutrizione.

Un aiuto consistente per la lotta alla Malnutrizione Acuta Severa è arrivato da un prodotto innovativo, adoperato dalle Nazioni Unite e dalle Organizzazioni Governative e Non Governative: il Ready-to-Use Therapeutic Food (RUTF) che, commercialmente, prende il nome di Plumpy’ Nut ®. E' una pasta cremosa contenente arachidi, latte scremato in polvere, olio di colza, zucchero e un mix di sali minerali e vitamine, bilanciati in modo da ottimizzare l’apporto energetico e nutrizionale per i bambini malnutriti. Tuttavia il prodotto ha alcuni problemi, da quelli logistici all'uso delle arachidi che pososno essere allergeniche, all'uso del latte scremato in polvere, poco digeribile per ii bambini africani del sud-est asiatico, ed anche estremamente costoso.

La storia

Il Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli Federico II sta realizzando un prodotto promettente, in fase di finalizzazione, chiamato NutriMax. Composto da ingredienti vegetali e facilmente reperibili in loco – soia tostata, sorgo tostato, zucchero, Spirulina maxima essiccata e olio di girasole – e fabbricato tramite una tecnologia produttiva semplice, il NutriMax si propone di arrivare nel cuore dei villaggi e delle aree rurali dell’Africa e dell’Asia grazie anche alla costruzione di un impianto pilota presso l’Università di Gulu, in Uganda (Africa), sfruttando una decennale partnership tra l’ateneo napoletano e l’università ugandese.

Vincenzo Armini, dottorando di ricerca in Scienze Agrarie e Agroalimentari del Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli Federico II, e promotore del progetto supervisionato dai proff. Raffaele Sacchi e Silvana Cavella, ha fondato un’Organizzazione di Volontariato chiamata NutriAfrica, insieme ad un nutrito gruppo di colleghi universitari e amici, con l’intento di raccogliere i soldi necessari alla finalizzazione di questo “sogno africano”.

Su Rete del dono è possibile sostenere il progetto attivamente.

La testimonianza

Il progetto nasce dalla mia passione per il volontariato e dall'esperienza maturata in Croce Rossa Italiana, di cui sono membro attivo da undici anni. Ho pensato di affiancare la mia professionalità alla sensibilità nel sociale, lavorando a questo alimento speciale, sostenibile per le popolazioni africane e facilmente riproducibile in loco. L'obiettivo, infatti, è fornire i paesi in via di sviluppo di uno strumento operativo efficace nella lotta alla malnutrizione infantile.

Alla globalizzazione dei mercati abbiamo bisogno di una globalizzazione dei diritti, in un’ottica di solidarietà transnazionale. Soltanto immaginando una giustizia globale, attraverso l’azione locale e viceversa, potremo ottenere una maggiore giustizia e una diffusa uguaglianza tra i popoli del mondo. Questa idea è un piccolo grande messaggio di concretezza rispetto ad una problematica ancora troppo diffusa e letale per tante persone.

mi spiega Vincenzo Armini.

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