come proteggere i bambini dai pedofili

Come proteggere i bambini dai pedofili

Spesso gli orchi entrano in contatto con i bambini con uno smartphone o un computer, ma in molti casi il pericolo si nasconde nella sfera sociale e familiare che circonda il bambino. Come proteggere i bambini dai pedofili e malintenzionati?

Come spiega Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, un terzo dei bambini che hanno subito un abuso sessuale da parte di adulti lo ha taciuto e 4 ragazzi su 5 vittime di abusi da parte di coetanei non hanno rivelato il segreto a nessuno.

Come è possibile?

Perché se il molestatore è un parente o un amico il bambino difficilmente riuscirà a considerare ciò che gli è capitato come una violenza. I bambini si fidano degli adulti, depositari di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, e spesso i molestatori instillano un senso di colpa e di vergogna che impedisce al bambino di raccontare ciò che gli è successo per paura di essere punito.

Come riconoscere i segni di un abuso

Il pediatra Leo Venturelli spiega che molte volte l'abuso diretto è intrafamiliare, spesso maschile (partner della madre, zio). I segnali del bambino, per un genitore (in particolare per la madre) hanno spesso toni sfumati: vanno dall'uso del turpiloquio alla stanchezza strana e ingiustificata. Ma può anche verificarsi ritrosia a mostrare le zone genitali quando prima succedeva senza alcun problema. O, viceversa, il bimbo mostra ostentazione in atteggiamenti provocatori o allusivi a comportamenti sessuali imitativi.

È fondamentale prestare attenzione al comportamento del piccolo: un bimbo che ha subito violenza e abusi è imbarazzato, trattiene un segreto che lo disturba, spesso appare rigido nei movimenti, tende a parlare poco anche con i genitori, non guarda negli occhi l'interlocutore, a cui in realtà vorrebbe rivelare quella cosa che lo disturba.

Pedofilia in Rete

Per le nuove generazioni uno dei pericoli è rappresentato da Internet. E per questo è fondamentale vigilare sull'uso che i nostri figli fanno dei network. Quindi, bisogna fare molta attenzione all'uso eccessivo della Rete o di cellulari collegati a wifi, soprattutto nelle ore serali-notturne, nella stanza del ragazzino o della ragazzina. Spesso la polizia postale interviene nelle scuole sui problemi dei siti a contenuto pornografico, di Facebook, dell'uso consapevole delle immagini proprie o di amici in Rete.

La pedopornografia si diffonde sempre di più attraverso Internet, una finestra sul mondo che i bambini e i ragazzi usano quotidianamente, spesso senza la supervisione di un adulto, e che rischia di diventare occasione di incontro con pedofili che, a loro volta, utilizzano la rete per diffondere materiale pedopornografico.

Si è registrato, infatti, negli ultimi anni un aumento degli adescamenti tramite chat-rooms, social networks e siti dedicati ai bambini e preadolescenti. Il pedofilo crea un falso profilo (utente fake) e si presenta come coetaneo del bambino, riuscendo pian piano a stabilire un legame che porta alla confidenza, allo scambio di foto e informazioni personali.

Cosa possiamo fare noi genitori

Risponde Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta e direttore dell'Istituto di Gestalt HCC Italy:

genitori, entrate nel mondo dei vostri figli, passate del tempo con loro, osservateli come se fossero la vostra opera d'arte

esorta l’esperta.

Essere presenti nella vita dei figli permette di proteggerli con discrezione e fermezza:

i luoghi che una volta erano più protetti, come la casa o la vicinanza di un genitore, oggi possono contenere anche grandi pericoli, come una chat di pedofili con cui il bambino si collega mentre fa i compiti e la mamma cucina. Un bambino forte dello sguardo dei suoi genitori difficilmente si lascerà abbindolare dalla seduzione di un malintenzionato

precisa la dottoressa, che invita anche a superare la solitudine nella quale si trovano spesso i genitori e le famiglie di oggi, ognuno isolato nel suo mondo lavorativo o personale e con pochissimi spazi di condivisione sociale.

La dottoressa Spagnuolo Lobb  precisa che non è sufficiente parlare con loro, spiegargli quali possono essere i pericoli, invitarli a non parlare con sconosciuti o accettare da loro dei regali:

occorre entrare nel mondo del bambino, giocare con lui, fornirgli l'esperienza che il genitore è presente, anche nel gioco, non solo nel dare le regole. I genitori oggi sono combattuti tra il peso della responsabilità e della preoccupazione economica e l'ignoranza sul mondo dei loro figli, che corre così velocemente verso una tecnologia sempre più complessa

Come comunicare con i bambini?

L’esperta invita i genitori a praticare una 'sorveglianza curiosa' ed amorevole nei confronti dei bambini, fidandosi del proprio amore, senza caricare il bambino di preoccupazioni e tensioni: “un bambino non potrà mai confidarsi se sente la preoccupazione del genitore, perché penserà che il suo problema aumenta il problema di papà e mamma".

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.