Ma che cosa hanno di così speciale le filastrocche? Perché restano vive nella memoria a dispetto del tempo che passa e delle mode che cambiano?
Piccoli componimenti poetici in rima, giochi di parole, assonanze tra senso e non-senso, le filastrocche della prima infanzia introducono i bambini nel multidimensionale linguaggio poetico contribuendo a coltivare l’attenzione per la parola e a sviluppare la competenza linguistica.
Attraverso la voce, il ritmo e la sonorità delle parole in rima il bambino si avvicina in modo naturale alla poesia sviluppando la capacità creativa e il ragionamento astratto, familiarizzando in definitiva con le infinite relazioni tra le cose e le parole.
I bambini amano le rime, inventarle e ascoltarle. Leggere le filastrocche a voce alta è un gioco che può riservare grande emozione agli adulti e divertire molto i più piccoli. Trovare, ad esempio, le parole che hanno la stessa rima, oppure cercare parole che iniziano con lo stesso suono, o ancora seguire il ritmo battendo il tempo con le mani o con le bacchette di un tamburo, iniziare una frase lasciando al bambino il compito di completare la rima: giocare con le parole, scomporre e ricomporre le frasi è un passatempo che crea complicità e contribuisce a migliorare la padronanza della grammatica e della lingua parlata.
Le filastrocche aiutano a cogliere l’associazione tra suono e parola e le differenze tra le parole che hanno suoni simili ma significati assai diversi. Modificando semplicemente l'intonazione si possono evidenziare parole o frasi nuove, espressioni inusuali che alimentano la fantasia. Un gioco variegato con infinite possibilità, di senso, di suono, di ritmo: il filo conduttore porta inaspettatamente dalle parole in libertà alla magia del linguaggio poetico.
Filastrocca corta e matta di Gianni Rodari
Filastrocca corta e matta,
il porto vuole sposare la porta,
la viola studia il violino,
il mulo dice: - Mio figlio è il mulino -;
la mela dice: - Mio nonno è il melone -;
il matto vuole essere un mattone,
e il più matto della terra sapete che vuole? Fare la guerra!
Filastrocca impertinente di Gianni Rodari
Filastrocca impertinente chi sta zitto non dice niente;
chi sta fermo non cammina;
chi va lontano non s’avvicina;
chi si siede non sta ritto;
chi va storto non va dritto;
e chi non parte, in verità,
in nessun posto arriverà