fiabe classiche per bambini da 3 a 6 anni

Fiabe classiche per bambini da 3 a 6 anni

Leggere e raccontare le favole classiche, la magia che non passa di moda. Perche attualizzare i contenuti mantenendo una chiave di lettura realistica rischia di impoverire il senso più profondo delle fiabe rendendole inutili e banali.

Da “Cappuccetto rosso” ad “Hansel e Gretel” passando per “I vestiti nuovi dell’imperatore”: Le più belle storie illustrate per bambini, Edizioni EL propone una collezione di fiabe classiche della letteratura mondiale in formato tascabile per bambini dai 3 anni in poi. I testi, in stampatello maiuscolo, sono affidati ad autori noti (come Roberto Piumini) e illustratori che sanno ricreare la magia fiabesca dei grandi autori del passato con tratto moderno e attuale, molto vicino alla sensibilità contemporanea.

Ogni volumetto, 20 pagine circa, ha una copertina plastificata, un formato quasi quadrato (14x18 cm) e con angoli stondati che lo rende particolarmente piacevole e adatto all’uso da parte dei piccolissimi; il prezzo è minimo: €1,50. In poco tempo e con una cifra modesta si può completare l’intera raccolta che dai 10 titoli iniziali ha oggi in catalogo una cinquantina di fiabe circa.

Particolarmente appropriata per questo tipo di testi per bambini dai 3 ai 6 anni che si avvicinano alla scrittura in maniera autonoma, è la scelta dello stampatello maiuscolo. Le lettere tutte uguali in altezza e larghezza, infatti, facilitano la lettura e non a caso sono il primo approccio nell’acquisizione delle competenze di letto-scrittura.

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Perché leggere le fiabe ai bambini

E adesso parliamo di fiabe! Come dare un senso al mondo che ci circonda senza l’aiuto, la guida di una fiaba? Come diventare adulti, affrontare i conflitti, vivere le relazioni e sconfiggere i demoni dell’inconscio?

Le fiabe hanno materiale infinito al quale attingere per tenere a bada quello che ci fa più paura ma anche quello che non si capisce e che, costi quel che costi, si deve assolutamente imparare per crescere.

Il dolore o i problemi inquietanti che ci devastano possono essere esorcizzati e superati, le fiabe sono magiche per questo, nella loro irrealtà parlano molto concretamente alla nostra parte emotiva e ci aiutano a vedere e comprendere. Eppure, temi e protagonisti, riletti, reinterpretati, trasformati dai secoli e dalle varie culture infinite volte, si prestano ancora e sempre ad essere raccontati, per quanto schematizzata sia la struttura, ogni storia è nuova perché diverso è il bambino che la ascolta.

Lo schema generale di una fiaba è sempre lo stesso:

  1. Situazione iniziale in equilibrio;
  2. Rottura dell'equilibrio con un ostacolo di qualsiasi tipo;
  3. Sviluppo della storia;
  4. Nuovo equilibrio e conclusione.

Lo studioso russo Vladimir Propp (Morfologia della fiaba) individua uno schema di base e 31 funzioni narrative (Sequenze di Propp) che caratterizzano l’andamento della fiaba. A mettere in moto la storia è “l’allontanamento” del protagonista, “punizione” e “lieto fine”, portano a compimento il viaggio dell’eroe.

Dunque, ogni fiaba presenta un ostacolo da superare, un grosso problema con il quale il protagonista deve misurarsi per diventare grande, trovare la sua autonomia. Così, ad esempio, Gretel sconfigge la strega buttandola nel forno e, lasciandola bruciare, le ruba tutti i suoi tesori. Liberando subito dopo Hansel, il viaggio di formazione cominciato quando erano stati abbandonati nel bosco, si può dire concluso. Poco importa se condivideranno le ricchezze proprio con il padre che li aveva abbandonati, quello che conta è che i bambini hanno imparato a fare affidamento sulle loro forze, hanno scoperto che nessuna situazione può essere così disperata da non uscirne e che quindi adesso possono vivere “ricchi e felici” per sempre.

La fiaba indica la strada, ogni bambino la segue fino in fondo perché sa bene che alla fine dell’arcobaleno c’è sempre la pentola d’oro!

Velia Imparato

Giornalista free lance, lavoro nel mondo dell’editoria da più di vent’anni, credo nel valore sociale della cultura, nei libri che diffondono le idee, nelle potenzialità della comunicazione digitale.

La scrittura è  il mio altrove, la mia stanza tutta per me, dove annodo parole e pensieri, legami e speranze...

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Francesca Capriati
Giornalista
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