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Metodo Easy di Tracy Hogg: per far dormire il neonato

Come impostare una buona routine della nanna, come affrontare il pianto o quelli che sembrano capricci ma sono in realtà bisogni primari del nostro bambino: quando diventiamo mamme l'argomento sonno è senza dubbio uno di quelli che va per la maggiore, nel confronto con amiche, familiari e forum online. Tra i metodi definiti "infallibili" per insegnare al bebè a dormire c'è il Metodo Easy di Tracy Hogg. Lo conosco bene perché "il linguaggio segreto dei neonati" è stato uno dei libri che ho divorato dopo essere diventata mamma e vi ho trovato tanti spunti di riflessione interessanti.

Il metodo EASY di Tracy Hogg

Tracy Hogg, nota anche come "The Baby Whisperer" (colei che sussurra ai bambini), era un'esperta di genitorialità britannica famosa per i suoi metodi di cura e assistenza ai bambini basati sull'osservazione e sulla comunicazione. Il suo metodo si concentra sull'aiutare i genitori a comprendere e rispondere alle esigenze dei loro neonati in modo efficace.

Questo metodo si basa sul ritmo circadiano e mira a regolare l’orologio biologico del bambino stabilendo una routine per il sonno che rispetti il normale ciclo sonno-veglia.

Secondo la Hogg il bambino deve dormire da solo nella sua culla e solo se piange o si sveglia, va preso e consolato.

A una qualsiasi manifestazione di inquietudine, la mamma deve far sentire la sua presenza, prendere il bambino e coccolarlo, quindi, rimetterlo nel suo lettino quando si è calmato. Questa sequenza di gesti va ripetuta secondo necessità, fino a quando il bambino non si addormenta. Si parla quindi di allenamento al sonno, quando è l’ora di dormire, il bambino non viene lasciato del tutto solo ma viene tranquillizzato continuamente finché non si sente sicuro e si lascia andare al sonno.

EASY sta per: Eat, Activity, Sleep, You Time.

  • Eat (alimentazione): stabilire uno schema di alimentazione regolare per il bambino, magari nutrirlo ogni 2-3 ore durante il giorno e ogni 4 ore durante la notte.
  • Activity (attività): tra un pasto e l'altro, assicurarsi di intrattenere e stimolare il neonato con attività adeguate all'età, come il contatto visivo, il gioco, la musica, lo sviluppo tattile, il cambio del pannolino.
  • Sleep (sonno): osservare attentamente i segnali di stanchezza del bambino e assicurarsi di metterlo a dormire quando è assonnato. Creare una routine rilassante prima di dormire, ad esempio facendo il bagnetto o cantando delle ninnananne, facendo qualche coccola o raccontando una storia.
  • You Time (il tuo tempo): sfruttare i momenti in cui il bambino dorme per dedicarsi a se stessi. Riposarsi, fare una doccia o dedicarsi ai propri interessi, alle cose che abitualmente vengono sacrificate quando si hanno bambini molto piccoli.

Il Metodo Easy non promuove l'uso di metodi di "lasciar piangere" o ignorare i bisogni del bambino, al contrario enfatizza l'importanza di essere sensibili alle sue esigenze e rispondere di conseguenza.

Quando si può iniziare a usare il metodo EASY?

Quando i bambini sono abbastanza autonomi da essere in grado di dormire qualche ora di seguito da soli, quindi non nei primi mesi di vita quando è consigliabile far dormire il piccolo in una culla accanto al letto dei genitori. Il momento migliore per cominciare questo metodo è intorno ai sei mesi, quando il bambino, almeno la maggior parte, ha cicli di sonno più regolari ed è in grado, di dormire tutta la notte senza il bisogno di mangiare.

Il metodo EASY funziona?

Vi dico la mia: con i miei bambini ha funzionato, soprattutto con il primo.

Ma ogni bambino è unico. Non esiste un unico sistema per far addormentare i bambini da soli, il punto è che qualsiasi metodo ha bisogno di tempo perché il piccolo deve abituarsi alla routine proposta. Poiché tutti i bambini sono diversi, anche le loro esigenze di sonno differiscono, il che significa che bisogna provare più e più volte e poi, nel caso, cambiare strategia.

Consigli pratici

Ecco un non esaustivo riassunto de Il linguaggio segreto dei neonati con qualche consiglio da mettere in pratica.

  • Stabilire una ruotine serale che sia il più possibile uguale tutte le sere: un bagnetto, il latte, una canzone della buona notte, una lucina accesa, un’atmosfera di pace e di calma, una stanza silenziosa.
  • Mettere il bambino nella culla quando ha sonno. Il passaggio importante è proprio quello di imparare a dormire da soli, non ha molto senso mettere il bambino a letto quando è già addormentato. Dopo un caldo abbraccio, mettere il bambino nella culla e dargli un po’ di tempo affinché si addormenti da solo.
  • Evitare di accorrere al primo lamento. Se il bambino è tranquillo, è bene uscire dalla stanza, ma questo punto potrebbe capitare che il bambino, sentendosi solo, cominci a piangere. Attenzione, questo è il momento di contare fino a 100 e oltre… la cosa migliore è aspettare qualche minuto prima di tornare indietro perché il bambino dovrebbe o potrebbe calmarsi da solo. Se si interviene subito il bambino non ha il tempo di sperimentare la nuova situazione e ai genitori rimarrà il dubbio su come avrebbe potuto reagire dopo qualche minuto.
  • Quando intervenire. Se il bambino è molto agitato e piange, è il momento di prenderlo in braccio è confortarlo, tranquillizzarlo, insomma bisogna evitare che la situazione degeneri. Quando è di nuovo calmo, rimettere il bambino nella culletta e uscire dalla stanza. Potrebbe capitare di ripetere questa sequenza di pianto e calma per diverse volte ma non importa, questi stessi gesti vanno ripetuti finché non si addormenta.

Vi dico anche che spesso il bambino piange, si lamenta, parlotta e sembra che si sia svegliato ma in realtà sta dormendo: mi è capitato spesso all'inizio di prenderlo in braccio pensando di doverlo consolare e invece non ho fatto che svegliarlo! Quindi non accorrete subito, datevi il tempo di capire se non si calmi da solo.

Riferimenti bibliografici

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.