quinta malattia nei bambini quando compare l esantema la malattia e finita

Quinta malattia nei bambini: quando compare l'esantema la malattia è finita

Pochi giorni fa, dopo una giornata trascorsa sul campo da calcio con gli amici, mio figlio di 9 anni si è riempito di macchie sul viso e sulle gambe. A prima vista sembrava un classico eritema, come se si fosse scottato con il sole, ma la cosa è durata anche il giorno dopo e sembrava proprio una malattia esantematica. Ho aspettato il lunedì per portarlo dalla pediatra mentre si rincorrevano sulle famigerate chat pareri e opinioni di ogni tipo, e qualcuno parlava di un'epidemia di quinta malattia tra i bambini della scuola. La mia sorpresa è stata che alla pediatra è bastato uno sguardo per diagnosticare la quinta malattia: "Signora, suo figlio ha proprio il classico sintomi: le guance schiaffeggiate!".

Normale che non abbia avuto nessun sintomo precedente o febbre? Assolutamente sì, mi ha detto la dottoressa: è molto frequente che ciò accada, soprattutto nei bimbi un po' più grandi. L'esantema, quindi, è la manifestazione finale della malattia: non è più contagioso (nostro malgrado lo è stato la settimana precedente, senza che ci accorgessimo di nulla) ed è potuto rientrare a scuola il giorno dopo con un certificato medico che attestava che non era contagioso.

E allora, dopo avervi raccontato la nostra bizzarra esperienza con la quinta malattia, vi dico anche che parlandone con altri genitori sono stati tantissimi quelli che mi hanno detto che sì: anche Ettore e Camilla avevano avuto uno strano esantema sul viso che era durato qualche giorno, ma non avevano assolutamente pensato alla quinta malattia. Che in effetti è estremamente contagiosa e corre tra i banchi di scuola.
Ora vi racconto di cosa si tratta, per saperne di più nel caso in cui anche vostro figlio improvvisamente dovesse riempirsi di strane macchie.

Da cosa è provocata la quinta malattia nei bambini

La quinta malattia, conosciuta anche come "sindrome delle guance schiaffeggiate" o eritema infettivo, è una malattia virale comune tra i bambini, causata dal parvovirus B19. Questo virus colpisce principalmente i bambini in età scolare, ma può colpire anche gli adulti. Il nome "quinta malattia" deriva dal fatto che è stata la quinta malattia virale identificata con un'eruzione cutanea nei bambini.

I sintomi e come riconoscerla

I sintomi tipici della quinta malattia sono:

  • febbre lieve,
  • mal di testa,
  • malessere generale,
  • un rash rosso caratteristico sulle guance, che può poi diffondersi ad altre parti del corpo, come braccia, gambe e tronco.

Attenzione perché rash può comparire e scomparire in diverse fasi, quindi potrebbe non essere sempre presente e potrebbe peggiorare con l'esposizione al sole, il sudore o lo stress.

Come avviene il contagio e i tempi di incubazione

La quinta malattia è causata da un virus altamente contagioso. Si diffonde principalmente attraverso le goccioline respiratorie, come quando una persona infetta tossisce o starnutisce. Il virus può essere contagioso anche prima che compaiano i sintomi, il che rende difficile evitarne la diffusione.

L'incubazione della quinta malattia, ovvero il periodo tra l'esposizione al virus e l'insorgenza dei sintomi, varia solitamente da 4 a 14 giorni. Durante questo periodo, il bambino può essere contagioso, anche se non presenta ancora sintomi evidenti.

Come si cura e che farmaci dare?

Non esiste un trattamento specifico per la quinta malattia. La maggior parte dei casi si risolve da sola senza complicazioni gravi. Se il bimbo ha sintomi influenzali è bene faro riposare, idratarlo correttamente, dargli un antipiretico se ha febbre o dolore ed eventualmente un antistaminico per alleviare il prurito. Ma chiaramente, come dico sempre, contattate il pediatra che vi dirà esattamente cosa fare.

E se prendo la quinta malattia in gravidanza?

Una delle preoccupazioni principali legate alla quinta malattia riguarda le donne in gravidanza. Se una donna incinta contrae il parvovirus B19, specialmente durante il primo trimestre, c'è un rischio aumentato di complicazioni per il feto, tra cui anemia grave e idrope fetale, che può portare a morte fetale.

Riferimenti bibliografici

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.