Si chiama 'rooming in' ed è la pratica di lasciare mamma e figlio nella stessa stanza subito dopo la nascita. E’ un’abitudine ormai consolidata in gran parte degli ospedali italiani e si inserisce in quel tentativo, che si sta facendo da qualche anno, di restituire all’evento nascita la sua fisiologica naturalità: ha lo scopo, infatti, di permettere l’instaurarsi di un legame intenso tra mamma e figlio e che sia una prosecuzione di quello vissuto durante la gravidanza.
Per rooming-in si intende quella pratica ospedaliera che prevede la gestione congiunta di madre e bambino nella stessa stanza della Maternità, senza separazioni o visite ad orario.
Immediatamente dopo la nascita il bambino viene esaminato dal neonatologo e viene misurato e pesato. Dopodiché viene trasferito nella camera dove lo attende la madre e viene attaccato al seno. E’ ormai dimostrato che se un neonato viene lasciato libero sull’addome della madre si muove autonomamente fino al capezzolo alla ricerca del latte.
I vantaggi del rooming in sono molteplici: non solo permette al neonato di riconoscere la madre, osservarla, ascoltare la sua voce, essere accudito e nutrito da lei, ma aiuta anche i genitori ad 'allenarsi' al compito che li aspetta, iniziando sin da subito.
Insomma, il rooming in, come suggeriva il celebre pediatra e psicoanalista Donald Winnicott, favorisce l’instaurarsi di un legame profondo e del tutto naturale tra bambino e mamma.
Ma la pratica del rooming in può, in alcuni casi, comportare anche qualche svantaggio. Se la struttura ospedaliera, ad esempio, non è in grado di accogliere adeguatamente mamma e bambino in un clima e un ambiente sereni e intimi, il valore intrinseco stesso del rooming in viene compromesso. Spesso, infatti, nelle camere degli ospedali dormono due o tre mamme e altrettanti neonati con un continuo viavai di parenti. Il risultato è solo confusione, rumori e voci che disturbano il neonato e favoriscono stress e stanchezza nella madre.
Inoltre per una donna che ha subito un parto cesareo o un lungo e difficile travaglio la notte deve essere preservata per permetterle di recuperare le forze, anche in vista del suo ritorno a casa con il neonato.
Per questo motivo in alcuni ospedali il rooming in si pratica solo durante il giorno e il bambino viene trasferito nel nido per la notte e per questo la Società Italiana di Neonatologia raccomanda agli ospedali di organizzarsi per il rooming in, eventualmente anche notturno, ma di mantenere aperto il nido per andare incontro alle necessità delle neomamme.