10 cose da sapere sulla sindrome del bambino scosso

10 cose da sapere sulla Sindrome del Bambino Scosso

La “Shaken Baby Syndrome” (SBS), ovvero “Sindrome del bambino scosso”, è la conseguenza di una forma di maltrattamento che può avere esiti drammatici e la cui reale incidenza nel nostro Paese è difficile da stimare.
Terre des Hommes ha lanciato, nei mesi scorsi, in collaborazione con 6 eccellenze ospedaliere pediatriche italiane la prima campagna nazionale di prevenzione e sensibilizzazione contro la SBS Non scuoterlo! e presenta un decalogo di informazioni e consigli utili per far conoscere i rischi e le conseguenze di una delle “manovre consolatorie” più frequenti del pianto dei bambini.

#1 COS’È LA SHAKEN BABY SYNDROME?

La “Shaken Baby Syndrome” (SBS) ovvero “Sindrome del bambino scosso” è la conseguenza di una grave forma di maltrattamento fisico prevalentemente intra-familiare ai danni di bambini generalmente al di sotto dei 2 anni di vita: il bambino viene scosso violentemente per reazione al suo pianto inconsolabile, con conseguente trauma sull’encefalo e successive sequele neurologiche. Nei primi mesi di vita, infatti, i muscoli cervicali del collo dei neonati sono ancora deboli e non riescono a sostenere la testa; se un bambino viene scosso con forza, dunque, il cervello si muove liberamente all’interno del cranio, provocando ecchimosi, gonfiore e sanguinamento dei tessuti; in una parola, lesioni gravissime.

#2 A CHE ETÀ SI MANIFESTA IL PICCO DI INCIDENZA DI QUESTO FENOMENO?

Il picco di incidenza della SBS si ha tra le 2 settimane e i 6 mesi di vita, periodo di massima intensità del pianto del neonato ed età in cui il bambino non ha ancora il controllo del capo e la struttura ossea è purtroppo molto fragile.

#3 QUALI SONO I FATTORI SCATENANTI QUESTA “SINDROME”?

Scuotere il bambino, in genere, è la risposta ad un pianto “inconsolabile”, di cui gli adulti spesso non riescono a interpretare il significato. Sentendosi quindi impotenti, possono attivare – anche inconsapevolmente -  dei comportamenti inappropriati (come lo scuotimento) nel tentativo di calmare il neonato. Spesso, lo scuotimento avviene proprio per mano degli stessi genitori, o delle figure educative con cui si condivide l’accudimento dei bambini: nonni, babysitter, educatrici del nido, ecc.

Secondo i dati resi noti dalla SIN, i principali fattori “di rischio” che potrebbero aumentare la probabilità di SBS sono:

  • famiglia mono-genitoriale,
  • età materna inferiore ai 18 anni,
  • basso livello di istruzione,
  • uso di alcool o sostanze stupefacenti,
  • disoccupazione,
  • episodi di violenza in ambito familiare e disagio sociale.
  • Tuttavia, nei casi più frequenti, è solo l’esasperazione di genitori inconsapevoli e poco informati a spingere nella direzione di una “manovra consolatoria” errata, qual è appunto lo scuotimento violento.

 #4 QUANDO E PERCHE’ SCUOTERE UN BAMBINO DIVENTA PERICOLOSO?

Lo scuotimento violento, anche se solo per pochi secondi, è potenzialmente causa di lesioni molto gravi, soprattutto per i bambini al di sotto dell’anno di età. È difficile stabilire con esattezza quanto violento o protratto dovrebbe essere lo scuotimento per causare un danno; tuttavia dalle “confessioni” dei responsabili si evince che in genere il bambino vittima di SBS viene scosso energicamente circa 3-4 volte al secondo per 4-20 secondi.

Giochi abituali o comportanti maldestri dei genitori non provocano invece lesioni da scuotimento, così come non le generano il far saltellare il bambino sulle ginocchia (gioco del cavalluccio); fare jogging o andare in bici con il bambino; fare frenate brusche in auto; o cadute dal divano o da un altro mobile.

#5 QUALI SONO I PRINCIPALI SINTOMI/SEGNALI CHE DOVREBBERO ACCENDERE UN “CAMPANELLO D’ALLARME”?

  • Vomito, inappetenza,
  • difficoltà di suzione o deglutizione,
  • estrema irritabilità,
  • letargia,
  • assenza di sorrisi o di vocalizzi,
  • rigidità o cattiva postura,
  • difficoltà respiratorie,
  • aumento della circonferenza cranica disarmonico rispetto a peso e altezza,
  • difficile controllo del capo,
  • frequenti e lamentosi pianti inconsolabili 
  • nei casi più gravi, convulsioni e alterazioni della coscienza, fino all’arresto cardiorespiratorio.

È importante non sottovalutare nessuno di questi segnali da parte del bambino, che rappresentano un campanello d’allarme importante per una corretta diagnosi, la quale rimane comunque molto complessa da effettuare.

 #6 QUALI DANNI PUÒ PROVOCARE LO SCUOTIMENTO VIOLENTO?

Le conseguenze della SBS possono essere di diversa intensità e gravità. I danni di tipo neuro- psicologico provocati dallo scuotimento possono manifestarsi, nei primi mesi di vita del bambino, sia da un punto vista motorio che del linguaggio. Le conseguenze più gravi riguardano:

  • disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione, della memoria e del linguaggio,
  • disabilità fisiche,
  • danni alla vista o cecità,
  • disabilità uditive,
  • paralisi cerebrale,
  • epilessia,
  • ritardo psicomotorio e ritardo mentale.
  • In genere, le conseguenze dipendono molto dalla gravità dell’abuso. Si stima che solo nel 15% dei casi non ci sono ripercussioni sulla salute del bimbo.

  #7 POSSONO ESSERCI CONSEGUENZE ANCHE PSICOLOGICHE?

Scuotere un bambino può provocare gravi ed importanti esiti anche a livello psicologico, dando vita a problematiche relative allo sviluppo psico-motorio, come ad esempio i già citati disturbi del linguaggio, dell’apprendimento e della memoria, ma anche disturbi comportamentali.

 #8 LA SBS PUÒ ESSERE CAUSA DI MORTE?

La SBS può portare anche al coma o alla morte del bambino fino in 1/4 dei casi diagnosticati.

 #9 QUALI COMPORTAMENTI I GENITORI DOVREBBERO  ASSOLUTAMENTE EVITARE DI FRONTE AL PIANTO  DI UN NEONATO?

Il pianto del bambino, nei primi mesi di vita, può essere davveroo inconsolabile. Di fatto, piangere, è l’unico strumento che il neonato ha per comunicare: può avere fame, sonno, caldo, freddo, il bisogno di essere cambiato o semplicemente di coccole o del contatto fisico per essere rassicurato. Qualunque sia il motivo, non bisogna mai scuoterlo per calmarlo. Perché anche se può sembrare un gesto banale, i danni sul bambino, potrebbero essere gravissimi.

Sono, invece, tante altre le soluzioni che si possono mettere in atto per cercare di calmare il pianto di un neonato:

  • cullarlo nella carrozzina,
  • fargli fare un giro in macchina,
  • un bagnetto rilassante,
  • fasciarlo con un lenzuolo piegandogli gli arti in modo che ritorni nella posizione fetale,
  • fargli sentire un fruscio o un rumore continuo (come un phon o una lavatrice o un aspirapolvere).

Ma se il pianto non si ferma e diventa davvero esasperante, la cosa migliore da fare, se non lo si riesce più a gestire e a sopportare, è lasciare il bambino in un posto sicuro e allontanarsi fino a quando non si è riacquistato un certo equilibrio. O in alternativa, chiedere aiuto ad altri membri della famiglia /amici e, nei casi più importanti, lasciare che un medico visiti il bambino, se ci sono dei dubbi sul suo stato di salute.

 #10 COME È POSSIBILE PREVENIRE LA “SHAKEN BABY SYNDROME”?

La prevenzione di ogni forma di abuso o maltrattamento minorile in generale e della SBS in particolare può essere effettuata attraverso il ricorso a diversi strumenti, tra cui:

  • corsi di formazione per i genitori sul pianto dei neonati, per imparare a riconoscerlo e a gestirlo;
  • una maggiore sensibilizzazione dell’opinione pubblica su questi argomenti;
  • un piano di sostegno/intervento di sollievo per le famiglie sopraffatte e per i genitori che si sentono in difficoltà nel prendersi  cura del loro neonato. 
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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.