adenoidi e tonsille

Adenoidi e tonsille

24/01/2022

E’ il caso o no di togliere le adenoidi e tonsille nei bambini? L’interrogativo angoscia un gran numero di mamme costringendole a districarsi alla meglio tra continue tonsilliti, otiti e apnee notturne senza riuscire a capire quale sia la scelta giusta.

Cosa sono le adenoidi e tonsille

Le tonsille e le adenoidi sono dei piccoli organi afferenti al sistema linfatico, poste rispettivamente dietro la lingua e nella parte posteriore della faringe, sono visibili soltanto praticando alcune manovre mediche.

La loro funzione è essenzialmente difensiva: impediscono il passaggio all'ingresso dei microbi attraverso la bocca.

Il problema, però, è che spesso si infiammano e si infettano e diventano veicolo di infezioni ancora più pericolose, oltre che rendere problematica la respirazione.

Per questo per decenni i medici hanno preferito asportarle: si calcola che ogni anno circa 70.000 casi di tonsillite, soprattutto tra i bambini, vengono trattati con intervento chirurgico.

Un’abitudine, quella del ricorso alla chirurgia, che si è ridotta sensibilmente negli ultimi anni a vantaggio di un dibattito in ambito scientifico circa l’opportunità o meno di asportare tonsille e adenoidi.

Tonsillite nei bambini

Si parla in generale di tonsillite acuta quando il bambino ha questi sintomi

  • febbre,
  • mal di gola,
  • arrossamento delle tonsille,
  • dolore nell'atto di ingoiare,
  • ingrossamento dei linfonodi del collo.

L'infezione si verifica di solito tra i 4 e gli 8 anni e spesso si accompagna ad infiammazione alle adenoidi.

La tonsillite acuta viene curata con antibiotici, antinfiammatori ed antipiretici a seconda che l'agente sia virale o batterico.

Se il bambino non risponde alla terapia, allora va valutata l'ipotesi di un intervento chirurgico, prima che l'infezione si cronicizzi e attacchi altre parti del corpo.

Solitamente, le recidive che poi portano all'intervento vengono provocate da un particolare streptococco, detto streptococco beta emolitico di gruppo A, che addirittura pare trasformi la semplice tonsillite in una patologia reumatica articolare acuta.

Le complicazioni della tonsillite recidivante riscontrate nel bambino possono essere:

  • Ritardi gravi nella crescita
  • Apnee notturne e russamento
  • Infezioni dell'orecchio fino alla perforazione della membrana timpanica
  • Glomerulonefrite che può risolvere a lungo andare anche in insufficienza renale
  • Affollamento dentario
  • Malocclusione
  • Palato ogivale 

Operazione di tonsille e adenoidi nei bambini

La tecnica oggi utilizzata per effettuare una tonsillectomia è detta dissezione in sospensione, in anestesia generale.

E' la tecnica meno traumatica poiché permette di separare le tonsille dalla loro sede in maniera delicata invece di strapparle come si usava una volta. Inoltre, con questa tecnica si evitano anche i punti di sutura perché le vene vengono coagulate, riducendo dolore e sanguinamento.

Un'altra tecnica è la chirurgia laser, che viene effettuata in ambulatorio, senza ricovero ed in anestesia locale. Il laser ha l'effetto di ridurre le tonsille eliminando la parte superficiale, cioè quella che si infetta e provoca dolore.

Spesso i due interventi, quello di tonsillectomia e di asportazione delle adenoidi, avvengono contestualmente.

Togliere le tonsile, conseguenze

Come dicevo negli ultimi anni la tonsillectomia, che è sempre stata considerata un intervento di routine, è stata vista con un approccio più critico. Data l'importante funzione immunitaria delle tonsille, ora si cerca di evitare la loro asportazione se non in casi eccezionali, quando è veramente necessario.

Anche per fare chiarezza l’Istituto Superiore di Sanità ha redatto un documento ufficiale per dare precise indicazioni su quando è opportuno intervenire chirurgicamente per asportare tonsille e adenoidi.

Il documento ufficiale è di facile lettura ed è consultabile sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità

Quando togliere adenoidi e tonsille nei bambini?

Negli ultimi anni la decisione di effettuare una tonsillectomia è stata messa in discussione dalla comunità scientifica e, laddove possibile, si preferisce intervenire con terapie farmacologiche.

Tuttavia alcuni elementi, come le otiti ricorrenti o la sindrome delle apnee ostruttive del sonno, possono fa propendere per l’intervento di asportazione delle tonsille.

L’apnea ostruttiva notturna è, quindi, tra le principali cause che spiegano gran parte degli interventi. Si tratta di un disturbo respiratorio che si presenta durante il sonno. Il bambino russa, respira con la bocca durante il sonno, può avere delle pause nella respirazione e può essere assonnato e poco concentrato nelle attività quotidiane durante il giorno.

Questo disturbo può compromettere anche lo sviluppo cognitivo del bambino e quindi se le cose stanno così, meglio asportare le tonsille o le adenoidi.

Se invece non si presenta l’apnea notturna, quando è consigliabile asportare le tonsille?

Secondo gli esperti, si può pensare a un intervento solo dopo almeno 5 episodi di tonsillite o continui episodi di ascessi peritonsillari in un anno seguito da un semestre di osservazione.

Per le adenoidi, invece, le linee guida consigliano di asportarle solo se il loro ingrossamento provoca almeno tre otiti medie acute in sei mesi o più di 4 volte all’anno e se causano un’otite media cronica secretiva associata ad una riduzione della capacità uditiva.

Sintetizzando:

  • la tonsillectomia è l'unica terapia possibile ed efficace se i verificano questi eventi:
    • dai 4 ai 7 attacchi di tonsillite all'anno
    • presenza di tonsillite cronica
    • presenza di ostruzione respiratoria persistente
    • ascessi con raccolta di pus
    • difficoltà nella deglutizione
  • l'adenoidectomia è indicata in caso di:
    • almeno 3 otiti medie acute in sei mesi o più di 4 in un anno che non guarisxcono con le normali terapie;
    • otite media cronica secretiva associata a riduzione della capacità uditiva;
    • apnea ostruttiva notturna

Adenoidi nei bambini, i rimedi naturali

Bastano trenta minuti per avere un beneficio pari a quello offerto da tre giorni al mare. E’ la haloterapia, la cura del sale che sta facendo registrare una grande diffusione in Italia con l’apertura di 'grotte di sale' in numerose città e che da oggi non è offerta solo in centri privati, ma anche in quelli ospedalieri.

A fare da apripista è il Policlinico Universitario di Bari che, all’interno del reparto di Otorinolaringoiatria, ha aperto una vera e propria 'Clinica del Sole'. Quaranta metri quadrati dove è stato allestito un Aerosal: un sistema di aerosol a secco immette nell’aria minuscole particelle di sale e iodio che penetrano nelle vie respiratorie producendo un benefico effetto per i bambini che soffrono di ipertrofia adenotonsillare sub ostruente, un ingrossamento delle adenoidi infiammate che si verifica piuttosto frequentemente nei bambini tra i 3 e i 10 anni, dopo questa età non se ne sente quasi più parlare.

La haloterapia ha una proprietà antinfiammatoria e anti congestionante e può riservare interessanti benefici anche in pazienti affetti da allergie o con eczemi e psoriasi.

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.