Cosa fare se il bambino non sente bene e ha problemi all’udito? L’ipoacusia infantile interessa ogni anno 2mila neonati in Italia e il loro sviluppo rischia di essere gravemente compromesso se non si fa una diagnosi precoce e non si mettono in atto una serie di terapie per ridurre i danni.
Se il bambino non sente bene, infatti, può avere gravi problemi nell’apprendimento, difficoltà nel calcolo matematico e nello sviluppo del linguaggio, oltre che difficoltà di interazione sociale e problemi di autostima.
L’ipoacusia va, quindi, diagnosticata entro i tre mesi di vita. Alla nascita viene effettuato uno screening dell’udito, ma i genitori devono prestare attenzione nelle settimane successive a che il bambino risponda agli stimoli acustici.
Il bambino deve avere una reazione ad un rumore improvviso, deve voltare la testa in direzione di una voce, deve svegliarsi a causa di alcuni rumori. In assenza di elementi di questo tipo si deve sospettare un deficit uditivo e consultare il pediatra.
Quando i bambini sono più grandi non bisogna abbassare la guardia: il bambino alza troppo il volume della televisione? Ha una difficoltà nello sviluppo del linguaggio? Non risponde quando lo si chiama o chiede di ripetere cosa gli è stato detto? Meglio togliersi ogni dubbio e consultare il medio.
Come si interviene in caso di ipoacusia?
Molti bambini non hanno perso del tutto l’udito quindi in questi casi può essere utilizzata una protesi acustica, già a partire dai tre mesi in modo da garantire un corretto sviluppo. Nei bambini con sordità grave o causata da un difetto della coclea può essere utile un impianto cocleare. Infine lavaggi nasali, cure termali o manovre per liberare le tube di Eustachio o un intervento chirurgico di asportazione delle adenoidi e miringocentesi possono essere efficaci per trattare l’ipoacusia causata da forme catarrali e infezioni.