cosa possono insegnare i supereroi

Cosa possono insegnare i supereroi

Io, mamma di maschi, ho presto imparato ad accogliere in casa tutti i supereroi più famosi: conosciamo il nome di tutti i personaggi dotati di poteri straordinari, anche i "minori", i bambini si travestono e leggono fumetti e libri dove imperversano nomi di azioni e "mosse" speciali dai nomi più incredibili. Eppure quello dei supereroi non è solo un mondo imaginifico diviso in buoni e cattivi: perché i supereroi possono essere utili anche per trasmettere valori ed insegnamenti. Ma cosa possono insegnare i supereroi? Noi genitori potremmo far leva sui 'sani principi' che guidano le scelte dei loro eroi per insegnare al bambino a 'vivere eroicamente', anche nella vita quotidiana.

Ecco gli otto insegnamenti che i supereroi, con le loro personali caratteristiche, comunicano ai loro fan:

  1. Gli avengers, i Fantastici 4 e gli X-men: nessuno si salva da solo, ma gli eroi si aiutano l'un l'altro, fanno squadra con persone simili e con cui condividono gli stessi valori. E' fondamentale, quindi, saper scegliere gli 'amici giusti'.
  2. Batman: tutti possono diventare eroi. Bruce Wayne è un ragazzino che ha visto morire i suoi genitori per mano di un ladro. Ma non si è abbattuto e ha deciso di sfruttare la sua immensa ricchezza per trasformarsi in un eroe che combatte il crimine e i cattivi.
  3. Superman: sembra davvero l’uomo perfetto e senza difetti. Ma la kryptonite può essergli fatale e dimostra che la perfezione non esiste e che anche un eroe può avere un punto debole.
  4. La Cosa: il suo aspetto è davvero brutto, ma ha deciso di fare del senso dell’umorismo e dell’ironia il suo più grande punto di forza.
  5. Spiderman: Peter Parker è un ragazzino vittima dei bulli, occhialuto e amante delle scienze. Non si scoraggia e decide di accettare il destino che gli ha dato un enorme potere per metterlo al servizio del prossimo. E comprende appieno la lezione che gli ha dati suo zio Ben “avere un grande potere vuole dire avere una grande responsabilità”.
  6. Professor X: è paraplegico e costretto su una sedia a rotelle. Questa condizione lo rende forse meno forte? Niente affatto! La sua forza immensa sta nella sua mente.
  7. Hulk: non fatemi arrabbiare che spacco tutto! Per questo è importante imparare a tenere sotto controllo rabbia e aggressività.

Il bimbo che non voleva indossare l'apparecchio acustico

Hulk, Iron Man, Spiderman: sono i supereroi preferiti dai bambini e anche da Anthony, 4 anni, che ha un serio problema di sordità e dovrebbe mettere un apparecchio acustico. L’apparecchio si chiama Blue Ear, orecchio blu, ed è indispensabile per Anthony che tra poco inizierà la scuola e deve poter sentire.

Ma il piccolo si rifiuta, i supereroi non portano l’apparecchio acustico e nemmeno lui lo porterà mai. Allora sua madre scrive una mail alla Marvel Comics, la casa editrice che pubblica tutti i fumetti dei suoi supereroi preferiti. Lo fa senza aspettarsi nulla, forse solo per sfogarsi un po’ per la sua tristezza e la sua frustrazione.

Ma la sorpresa è enorme quando direttamente a casa di Anthony viene recapitata una busta: dentro c’è l’immagine di un supereroe che a causa di un’esplosione ha perso l’udito ed è costretto a usare una protesi. Si tratta di Hawkeye, Occhio di falco, un eroe nato nel 1984. Dopo qualche giorno a casa arriva una sorpresa ancora più grande: la Marvel Comics ha realizzato un nuovo fumetto che ha come protagonista un supereroe che si chiama Blue Ear, un fumetto davvero speciale. Unico. Dove il protagonista indossa proprio l’apparecchio acustico che deve portare Anthony, che da allora non vuole più togliersi la protesi.

Bill Rosemann, l’editore della Marvel Comics, ha dichiarato che la maggior parte delle lettere sono critiche ed esprimono giudizi negativi sul contenuto dei fumetti, mentre la mail accorata della mamma di Anthony ha commosso la casa editrice e ha dimostrato quanto anche i fumetti possano essere importanti per la vita di un bambino e svolgano un ruolo di responsabilità.

Una mano da supereroe per tutti i bambini che hanno perso un arto

I Centers for Disease Control and Prevention statunitensi stimano che ogni anno 4 bambini su 10mila nascano con difetti agli arti superiori ma molti di più sono quelli che perdono un braccio, dita o mani a seguito di traumi ed incidenti.

Per molti di questi bambini le protesi rappresentano uno strumento utile per recuperare la funzionalità dell’arto perduto, ma spesso queste protesi sono fredde, anonime, pesanti.

L’obiettivo di un gruppo di ricercatori coordinato da Jon Schull, del Rochester Institute of Technology, chiamato E-nable è quello di creare e mettere a disposizione del maggior numero di bambini possibile una vera e propria 'mano da supereroe'.

La rivoluzione di queste protesi sta nel fatto che sono realizzate con materiali a basso costo e possono essere create con una semplice stampante in 3D. I pezzi vanno stampati e i genitori stessi (o i volontari del progetto e-nable) possono assemblarli per creare una protesi originale e creativa. Ad oggi sono state impiantate più di mille mani da supereroe, ma i ricercatori di e-nable intendono diffondere queste protesi al maggior numero di bambini possibile e per farlo servono fondi e volontari. Per questo è nato il blog enablingthefuture.org:

Vogliamo fare di più che semplicemente far incontrare i nostri volontari con persone che riescono a trovarci e stiamo chiedendo l'aiuto di tutti per diffondere l'iniziativa nel mondo molto di più di quanto possa fare una semplice comunità online

spiegano i fautori dell’iniziativa

protesi mani per bambini

Ma come funzionano queste protesi?

Vengono progettate dalla community a titolo gratuito, i materiali costano al massimo cinquanta dollari e possono essere scaricati in open source e stampati con una stampante in 3D. Il bambino può scegliere i colori e modelli preferiti tra quelli proposti e che portano nomi che rimandano ai veri supereroi, come Cyborg Beast oppure The raptor e alla fine l’assemblaggio avviene grazie alla mano dei genitori o dei volontari.

Il progetto è nato nel 2013 con e-DRAIN un gruppo di 300 persone che possedevano stampanti in 3D e volevano semplicemente condividere i loro dispositivi per stampare ed assemblare le protesi a chiunque lo chiedesse. Oggi si contano più di tremila volontari registrati e partecipano anche più di 30 scuole medie e superiori i cui studenti, singolarmente o in gruppo, impiegano il proprio tempo libero per stampare ed assemblare mani per bambini che non incontreranno mai.

E-nable cerca volontari che possano mettere a disposizione dei bambini che hanno bisogno di una protesi il proprio tempo per assemblare le mani oppure che siano in possesso di una stampante 3D con la quale possano stampare gratuitamente i materiali.

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.