Il 15 febbraio si celebra la Giornata Mondiale contro il cancro infantile, un'occasione per fare il punto sull'incidenza, i sintomi e la ricerca sul tumore infantile.
Innanzitutto i dati.
Circa l’80% dei malati pediatrici vive nei paesi a basso reddito, nei ‘sud’ del mondo, e, l’80% di loro muore di cancro, perché lì non avrà né una diagnosi corretta, né una possibilità di cura. Più di 100.000 malati ogni anno potrebbero guarire se anche a loro fosse garantita una tempestiva diagnosi e l’accesso alle cure al pari dei loro coetanei dei paesi più sviluppati. Per questi bambini, il trattamento è spesso non disponibile o inaccessibile. Solo circa il 20-30 per cento di quei bambini sopravvive, rispetto a oltre l'80% nei paesi ad alto reddito, riferisce l'Associazione italiana di ematologia e oncologia pediatrica (Aieop).
Ogni anno sono circa 400 mila le nuove diagnosi di tumore nei bambini e negli adolescenti. In Italia, ogni anno, si ammalano di tumore (linfomi e tumori solidi) o leucemia circa 1400 bambini e 900 adolescenti dai 15 ai 19 anni. Grazie agli straordinari progressi fatti negli ultimi decenni, circa l’80% degli ammalati guarirà; rimane però quel 20% per il quale ancora non sono state individuate terapie efficaci.
Complessivamente i tumori pediatrici costituiscono circa l’1% di tutte le neoplasie. La sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi supera l’80% per le leucemie e si aggira attorno al 70% per i tumori solidi. (*Fonte AIRTUM, Associazione italiana registri tumori).
La buona notizia, quindi, è che quasi l’80% dei piccoli malati di cancro riesce a sconfiggere la malattia.
La ricerca Childhood Cancer Survivor Study terapie nei pazienti che avevano ricevuto la diagnosi di tumore a 5 anni ed erano sopravvissuti.
Questi i dati conclusivi dello studio:
Nei Paesi più ricchi, in sintesi, guarisce da leucemie e linfomi il 75% dei bambini, mentre molto ancora c’è da fare per salvare la vita ai piccoli colpiti da tumori cerebrali, neuroblastomi e osteosarcomi.
Secondo l'IARC (2015), l'incidenza mondiale di cancro infantile è aumentata, passando da 165.000 nuovi casi all'anno a 215.000 casi per bambini di 14 anni e 85.000 nuovi casi per bambini di 15-19 anni. Inoltre i tassi di sopravvivenza nei paesi ad alto reddito raggiungono una media dell'84%.
In Italia il tumore più frequente tra i bambini è la leucemia linfoblastica acuta che colpisce ogni anno 350-400 bambini. Per fare fronte comune contro questo tumore è stato siglato un Protocollo di cura internazionale il cui coordinamento italiano è stato affidato all’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma. Oggi circa l’80% dei bambini guarisce con le terapie standard (trapianto di cellule staminali, farmaci e immunoterapia), ma il 20% restante rischia di andare incontro a una ricaduta.
Uniformare i processi terapeutici a livello internazionale permetterebbe, spiegano gli esperti, di garantire una cura risolutiva al 100% dei bambini.
Con il nuovo protocollo internazionale per la prima volta un largo numero di bambini (circa 350 all'anno) verrà valutato in maniera omogenea per le caratteristiche prognostiche. I piccoli pazienti saranno attribuiti a due differenti gruppi di rischio (standard e alto) e, conseguentemente, verranno trattati con un protocollo di terapia largamente condiviso'
ha spiegato Franco Locatelli, Direttore del Dipartimento di Oncologia Pediatrica dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu.
E proprio all'Ospedale Bambin Gesù di Roma hanno reso noto che una innovativa terapia genica è riuscita a guarire completamente un bambino di 4 anni colpito da leucemia linfoblastica acuta, refrattario alle terapie convenzionali.
La tecnica di manipolazione delle cellule del sistema immunitario del paziente rientra nell'ambito della cosiddetta terapia genica o immunoterapia, una delle strategie più innovative e promettenti nella ricerca contro il cancro. I medici e i ricercatori del Bambino Gesù hanno prelevato i linfociti T del paziente – le cellule fondamentali della risposta immunitaria – e li hanno modificati geneticamente attraverso un recettore chimerico sintetizzato in laboratorio. Questo recettore, chiamato CAR (Chimeric Antigenic Receptor), potenzia i linfociti e li rende in grado – una volta reinfusi nel paziente - di riconoscere e attaccare le cellule tumorali presenti nel sangue e nel midollo, fino ad eliminarle completamente.
Ecco un'utile infografica per comprendere meglio la nuova terapia.
La 20esima edizione della Giornata Mondiale contro il cancro infantile, in programma il 15 febbraio 2023.
In questa giornata viene rilanciato l'appello per aderire a #throughourhands, lanciata sul sito della Giornata Mondiale, che pone l'accento sulla necessità urgente di migliorare le percentuali di guarigione nei paesi a basso reddito.
Organizzata in 90 Paesi del mondo dalla Confederazione Internazionale delle Organizzazioni di Genitori di Bambini malati di Cancro - ICCCPO (International Confederation of Childhood Cancer Parent Organizations), la Giornata si propone come importante momento di riflessione e sensibilizzazione sui tanti temi che riguardano il tumore nei bambini e negli adolescenti.
In Italia l’evento è promosso da FIAGOP onlus - Federazione Italiana delle Associazioni di Genitori Oncoematologia Pediatrica. In occasione della Giornata Mondiale contro il Cancro Infantile, FIAGOP, in collaborazione con l‘Associazione Italiana Ematologia Oncologia Pediatrica - AIEOP, organizza mercoledì 15 febbraio il Convegno “UN IMPEGNO PER L’ONCOLOGIA PEDIATRICA. Diritti ed esigenze dei pazienti durante e dopo le cure”.
“In Italia, ogni anno ricevono una diagnosi di malattia oncologica circa 1.500 bambini e 900 adolescenti; grazie ai progressi scientifici circa l’80% di loro guarisce (sono elevati i livelli di cura per le leucemie e i linfomi, purtroppo non altrettanto per tumori cerebrali, neuroblastomi e osteosarcomi). Si stima che oggi in Italia ci siano quasi 50.000 persone che hanno avuto un tumore da bambini o da adolescenti.”
Il regno di Op è un termine che evoca magici scenari da favola, ma che invece è sinonimo di Reparto di Oncologia Pediatrica.
Ad aprire le porte di questo luogo, temuto da tutte le mamme, è Paola Natalicchio, mamma di Angelo che a soli due mesi ha ricevuto una diagnosi di tumore e che non è più malato.
L’esperienza vissuta da Paola nel Reparto di Oncologia Pediatrica le ha dato la forza per aprire un blog, diventato anche un libro edito da Einaudi, dove ogni giorno ha raccontato le speranze, la cronaca, la vita vissuta che animano il Regno di Op.
Il blog di Paola racconta non solo la sua storia, ma quella di tante famiglie italiane (1500 circa) che in Italia dopo una diagnosi di tumore pediatrico, sono 'costrette a traslocare, senza scelta e senza preavviso, dalla loro vita di sempre al regno di Op'.
Un mondo spesso sconosciuto, circondato da tabù, paure, a volte vergogna. Un mondo dove improvvisamente i termini piastrine, emoglobina, cellule staminali, autotrapianto diventano di uso comune e quotidiano e da queste parole spesso dipendono sentimenti vitali, la gioia e il dolore. La vita o la morte.
Un racconto, quello di Paola, che non porta con sé alcun vittimismo o retorica e che, come scrive Concita De Gregorio nella prefazione del libro,
nomina le cose, sa farlo, e lo fa anche per gli altri; che guarda negli occhi la paura e dà al resto del mondo la misura del coraggio
Una mamma blogger ha elencato le venti cose che le mamme che combattono il cancro insieme ai loro bambini sanno: