Quando il momento del parto si avvicina e la data presunta del parto è alle porte il medico sottoporrà la mamma a una serie di esami semplici e per nulla invasivi. Vediamo una serie di esami da fare a fine gravidanza.
Monitoraggio (tracciato in gravidanza)
Il più importante esame che viene eseguito nelle ultime settimane di gravidanza è la cardiotocografia (comunemente detto monitoraggio o tracciato).
- A cosa serve: il tracciato in gravidanza serve a monitorare l'attività cardiaca del feto e le contrazioni uterine, fornendo informazioni cruciali sulla sua salute e sul progresso del travaglio.
- Come funziona il tracciato in gravidanza: la mamma viene fatta stendere sul lettino e sulla pancia vengono applicati due rilevatori collegati al monitor fetale: il sistema registra la frequenza del battito cardiaco del bambino al minuto e rileva anche l’eventuale presenza di contrazioni uterine.
- I valori del tracciato: il numero di pulsazioni cardiache del feto deve aggirarsi tra i 120 e i 160 battiti al minuto ed è importante che durante l’esame il bambino sia sveglio e si muova. Se il feto dorme durante il tracciato probabilmente l'esame durerà di più perché bisognerà aspettare che si svegli. Solo da sveglio il monitor riuscirà a registrare la frequenza cardiaca giusta, quando il piccolo dorme o è in una fase di sofferenza fetale, infatti, il battito cardiaco è stabile e costante. Per questo l’esame può durare anche 40 minuti in attesa che il bambino si svegli. Al termine dell’esame l’ostetrica o il medico leggeranno il risultato dell’esame che verrà stampato su un foglio simile a quello di un elettrocardiogramma.
Ecografia a fine gravidanza
Accanto alla cardiotocografia se lo ritiene opportuno il medico può effettuare una ecografia di controllo per valutare lo stato di salute del feto e la sua posizione.
Una ecografia in questo periodo, inoltre, permette di capire se la quantità di liquido amniotico è ancora nella norma e se la qualità della placenta è ancora buona; quando la data presunta del parto è scaduta, infatti, aumentano le possibilità che la placenta invecchi e non riesca più a svolgere le sue funzioni.
Amnioscopia
Quando la gravidanza si protrae oltre la data presunta del parto, il medico può decidere di effettuare una amnioscopia: un esame che permette, attraverso un fascio di luce proiettato nell’utero con l’ausilio di un piccolo strumento inserito nella vagina, di valutare la presenza e il colore del liquido amniotico: se il liquido è di colore scuro vuol dire che il feto è in sofferenza e che è il caso di indurre il travaglio.
Dal momento che l’amnioscopia può di per se accelerare la partenza del travaglio viene praticata raramente.
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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.