Spesso i genitori si interrogano se intervenire o meno quando vedono i propri figli impegnati a litigare con altri bambini o quando a litigare sono due fratelli. Ma cosa fare di fronte ai litigi tra bambini? Dovremmo intervenire e in che modo?
Certo, rientra nell’istinto genitoriale correre a sedare gli animi, proteggendo così il proprio cucciolo. Ma è proprio questa 'protezione' che impedisce ai bimbi di sfruttare il litigio con i coetanei come giusto momento di crescita.
Il confronto con gli altri è fondamentale per una crescita armonica ed è un momento di apprendimento molto importante per i bambini e l’intervento degli adulti è deleterio poiché non consente ai bambini di imparare a regolare le proprie reazioni e mettersi in gioco per trovare un compromesso. L’atto di proteggere i propri figli in queste situazioni, evita che provino la frustrazione necessaria per diventare grandi e non li aiuta ad imparare a gestire e risolvere i conflitti in autonomia.
Sull’importanza del litigare e più nello specifico del 'litigare bene', è stato effettuato uno studio condotto dalla ricercatrice Caterina Di Chio che ha lavorato con 500 bambini che hanno avuto a disposizione alcuni materiali con cui giocare: un gomitolo di lana, un dado, alcuni foglietti per gli appunti e una grossa molletta per raccoglierli. Dopo i primi momenti di lite aggressiva e istintiva, come spintonarsi, strapparsi gli oggetti di mano, i bambini sono riusciti a trovare un accordo soddisfacente per tutti. In particolare, i bimbi di età compresa tra 3 e 10 anni hanno dimostrato di saper fare velocemente pace senza portare rancore e senza l’intervento degli adulti.
Il ruolo del genitore deve essere quello di mediatore e non di giudice: non è importante sapere di chi è la colpa o chi ha cominciato. E’ importante invece aiutare i bambini a dialogare e a sviluppare un pensiero creativo che sia di reale aiuto nella risoluzione del conflitto. E’ utile quindi invogliarli a spiegare le proprie ragioni e soprattutto ad ascoltare e comprendere quelle del compagni di gioco in modo che si possa valutare la situazione da tutti i punti di vista.
Il ruolo dell’adulto non deve essere di tipo correttivo o risolutivo ma deve essere di aiuto nell’istaurare la conversazione e il confronto tra i bambini, aiutandoli a spiegare il proprio punto di vista e a proporre loro stessi delle modalità di accordo che li facciano fare pace.
Ecco alcune dritte.