fumare in gravidanza

Fumare in gravidanza

24/05/2018

Con il fumo ho vissuto, per tutta la mia vita, un rapporto conflittuale ed altalenante: durante la mia prima gravidanza non fumavo da sei anni, mentre con la seconda fumavo eccome e ho smesso con grande difficoltà, riprendendo non appena ho potuto! In ogni caso fumare in gravidanza è assolutamente vietato e dobbiamo fare di tutto per smettere e magari cogliere pure l'occasione per dire addio alle  sigarette una volta per tutte.

Si può fumare in gravidanza?

Qualsiasi medico, ginecologo, neomamma, ricercatore vi dirà che no. Non si può fumare in gravidanza e che il fumo crea danni al feto. Quali?

  • Malformazioni: un team di ricercatori dell’University College di Londra ha scoperto che il fumo in gravidanza aumenta il rischio di malformazioni per il nascituro. Gli studiosi guidati da Allan Hackshaw hanno riesaminato 172 studi condotti nell’ultimo cinquantennio sul legame tra fumo e malformazioni fetali. Complessivamente sono state esaminate 173.687 malformazioni e i risultati della meta analisi hanno confermato che la sigaretta in gravidanza aumenta i rischi di alcuni tipi di malformazioni: labbro leporino e altre malformazioni della bocca (i figli delle fumatrici hanno un rischio di nascere con palatoschisi superiore del 25%), difetti cardiaci, arti deformi, piede equino e disturbi all’apparato gastrointestinale (il rischio più elevato riguarda la gastroschisi, una malformazione della parete addominale: per i figli delle fumatrici il rischio aumenta del 50%).
  • Parto prematuro e morte del feto: lo stesso studio ha confermato che la sigaretta in gravidanza aumenta anche il rischio di parto prematuro e di morte del bambino. Secondo quanto spiegato da Hackshaw le sostanze contenute della sigaretta, monossido di carbonio, catrame e nicotina, sottraggono ossigeno al feto compromettendone il corretto sviluppo.
  • Problemi cardiovascolari: a ribadire quanto il fumo passivo possa essere pericoloso per la salute dei più piccoli è un recente studio apparso su Pediatrics che ha arruolato 259 bambini. I ricercatori del Julius Center for Health Sciences and Primary Care dell'University Medical Center di Utrecht hanno chiesto ai genitori dei bambini di compilare un questionario finalizzato a fotografare le loro abitudini in materia di stile di vita e fumo. I ricercatori hanno anche eseguito delle ecografie della carotide sui bambini per misurarne l’elasticità arteriosa. Al termine delle analisi è emerso che i figli di donne fumatrici avevano l’arteria carotidea più rigida del 15% e un ispessimento di 19 micron superiore rispetto ai figli di donne non fumatrici. La rigidità delle arterie saliva al 21% e l’ispessimento arterioso raddoppiava se a fumare erano entrambi i genitori. Lo studio conferma con dati empirici che il fumo in gravidanza ha effetti molto dannosi sia strutturali che funzionali sulle pareti vascolari dei bambini.
  • Aborto spontaneo: fumare in gravidanza fa male al bambino, ne compromette lo sviluppo e aumenta il rischio di complicanze e aborto spontaneo. Le ricerche che hanno individuato i tanti rischi connessi al fumo in gravidanza sono numerose e a queste si accoda anche uno studio condotto dalla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health pubblicato sulle pagine della rivista Environmental Research. L'analisi è stata condotta su 531 bambini di età prescolare abitanti in sei diverse aree degli Stati Uniti. Grazie all'utilizzo di tecnologie all'avanguardia i ricercatori sono stati in grado di determinare con grande precisione l'esposizione al fumo nella vita prenatale nell'81% dei casi. In altre parole nel sangue dei bambini figli di mamme fumatrici ci sarebbero tracce della sigaretta e questo non sarebbe collegabile tanto all'esposizione al fumo di seconda mano, dopo la nascita e nei primi anni di vita, quanto esclusivamente all'esposizione al fumo durante la gravidanza perché questa sorta di marchio molecolare sarebbe presente nei bambini sin dalla nascita.
  • Asma: il fumo durante la gravidanza aumenta significativamente il rischio che il nascituro soffra di asma. Alla base di questo incremento del rischio c’è un processo chiamato 'metilazione del dna' che avverrebbe mentre il feto è ancora nel grembo materno. Questo processo provoca un’alterazione dei geni nella madre che può essere trasmessa al feto. Alcuni studi hanno dimostrato che i figli delle fumatrici avevano un incremento della metilazione del dna del gene axl (che svolge un ruolo chiave nello sviluppo di numerosi tumori nell’uomo e nella risposta immunitaria) pari al 2,3% con un aumento di 1,5 volte del rischio di sviluppare l’asma.

Quanto si può fumare in gravidanza

In realtà non si dovrebbe fumare proprio e bisognerebbe smettere immediatamente, appena si scopre che il test è positivo. Il fumo non solo aumenta il rischio di malformazioni fetali, aborto, parto prematuro e problemi cardiaci nei bambini, ma incide anche sulla vita del bebè dentro la pancia.

Vi cito uno studio della Durham University, pubblicato sulla rivista Acta Paediatrica, ha infatti scoperto che i bambini di madri che fumano durante la gravidanza si muovono più del dovuto. In particolare, si toccano la bocca e il viso più di quanto normalmente faccia un bambino che si trova nella pancia di una mamma che non fuma.

Per registrare i migliaia di piccoli movimenti nel grembo materno, i ricercatori hanno usato l'ecografia in 4 D su 20 mamme sottoposte a controllo al James Cook University Hospital di Middlesbrough (Regno Unito). Quattro mamme del campione fumava in media 14 sigarette al giorno. Dopo aver studiato le immagini alla 24esima, 28esima, 32esima e 36esima settima di gravidanza, i ricercatori hanno rilevato che i feti delle madri fumatrici mostrano tassi significativamente più elevati di movimenti rispetto ai feti delle mamme non fumatrici. I feti di solito si muovono di meno poiché acquistano maggior controllo quanto più si avvicinano alla nascita.

Quante sigarette si possono fumare in gravidanza

Posso fumare 5 sigarette oppure 10?  Le risposte a queste domande le conoscete già e non sono qui a farvi la morale. Io stessa ho avuto molte difficoltà a smettere nel primo mese di gravidanza e ci sono riuscita solo intorno al secondo mese.

Come smettere di fumare in gravidanza? Posso raccontarvi la mia esperienza: fumavo poco, ma non riuscivo ad evitarlo completamente fino a quando le sigarette non mi hanno provocato la tachicardia. Il ginecologo se n'è accorto e mi ha mandato a fare un elettrocardiogramma dal quale è emersa questa lieve alterazione e il cardiologo mia ha fatto una ramanzina terribile. Sono uscita dall'ambulatorio sentendomi una stupida: come mi veniva in mente di fumare con il bambino in grembo, mettendo a  rischio la sua salute e anche la mia? Da quel giorno ho smesso.

Ma devo anche dirvi che molte fumatrici smettono spontaneamente perché il fumo comincia a nauseare, a rendere deboli e ansiose e in fondo basta immaginare che ogni boccata di fumo finisce direttamente ad intossicare il nostro povero bambino innocente che cresce nel nostro pancione e dipende da noi in tutto e per tutto.

Fumo e allattamento

Il fumo allontana le neomamme dall’allattamento al seno. Partendo da questo assunto, i ricercatori dell'American Academy of Pediatrics hanno condotto uno studio chiamato "Increasing the Duration of Breastfeeding by Preventing Postpartum Smoking Relapse” finalizzato a capire se sostenere le neomamme nel dire no alla sigaretta possa allungare i tempi dell’allattamento.

Il dato di partenza è che le mamme fumatrici hanno il doppio delle probabilità di abbandonare l’allattamento al seno nelle prime dieci settimane di vita del piccolo e che più del 50% delle donne che smettono di fumare durante la gravidanza riprendono tra le due e le otto settimane dopo il parto.

In quest’ottica promuovere delle campagne di sensibilizzazione e di supporto alle neomamme fumatrici può avere interessanti ripercussioni anche sul mantenimento e sulla durata dell’allattamento.

Le donne coinvolte nello studio sono state divise in due gruppi: il primo ha ricevuto generiche informazioni circa l’importanza dell’allattamento materno e dei danni causati dal fumo, il secondo invece ha ricevuto un sostegno per comprendere i comportamenti dei neonati ed è stato incoraggiato ad instaurare un frequente rapporto pelle-a-pelle col bambino, a mantenere vivo il contatto fisico con il piccolo per favorire l’instaurarsi di un legame tra mamma e figlio.

Questo perché la principale motivazione per la quale la neomamma riprende a fumare è lo stress dei primi mesi:

sostenere la neomamma durante le prime settimane, favorendo il bonding tra mamma e figlio e aiutandola a capire le esigenze del neonato offre interessanti risultati”, spiegano gli studiosi. Il risultato di questo esperimento, infatti, è stato promettente: l’82% delle donne del gruppo attivo non riprendeva a fumare dopo otto settimane dal parto e l’86% proseguiva nell’allattamento, contro il 44% del gruppo di controllo, nel quale solo il 7% delle mamme proseguiva l’allattamento.

Come cambia la vita dopo il parto se si smette di fumare?

Da uno studio condotti dai ricercatori della Stanford University e delle università di Wahington e di Yale che hanno coinvolto 300 mamme tra i 18 e i 36 anni che avevano smesso di fumare, per il 54% di un livello di istruzione superiore è emero che la metà delle donne smette di fumare durante la gravidanza, ma la maggior parte di esse riaccende la sigaretta dopo il parto.

Praticamente tutte le neomamme hanno raccontato dell’importanza della rete di rapporti sociali e di amicizia e di come questi rapporti siano cambiati dopo aver messo via la sigaretta. Se la rete di amicizie è costituita essenzialmente da fumatori, il fatto di aver smesso di fumare durante la gravidanza ha automaticamente escluso la maggior parte delle donne dal proprio ambiente abituale. Secondo quanto si legge su Maternal And Child Health Journal le donne riprendono a fumare soprattutto a causa di tre elementi principali:

  • far parte di un ambiente composto soprattutto da fumatori;
  • essere continuamente tentata a riprendere a fumare dal proprio entourage familiare e sociale;
  • dover modificare contro la propria volontà i rapporti con amici e parenti fumatori.

I danni del fumo passivo

Che fumare faccia male non è un segreto per nessuno: ad ogni boccata quasi 5000 sostanze chimiche tossiche finiscono nei polmoni e poi in circolo nell’organismo. Per soffermarci sui rischi connessi all’uso della sigaretta ecco un utile memorandum dei danni procurati dal fumo su donne e bambini.

Il fumo:

  • irrita la mucosa delle vie respiratorie e provoca bronchite cronica, asma, tosse;
  • danneggia i polmoni e il sistema cardiovascolare;
  • invecchia la pelle e la rende meno elastica, le conferisce un colorito grigiastro e favorisce l’acne;
  • aumenta la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa a causa dell’entrata in circolo delle catecolamine causata dalla nicotina;
  • aumenta il rischio di menopausa precoce;
  • peggiora l’alito e ingiallisce i denti;
  • riduce la sensibilità di gusto e olfatto;
  • aumenta il rischio di numerosi tumori e di malattie cardiovascolari;
  • riduce in media di ben otto anni la vita dei fumatori.

Inoltre l’esposizione al fumo passivo provoca seri problemi alla salute dei bambini:

  • aumenta il rischio difficoltà nell’ovulazione e riduce le probabilità di concepimento;
  • il fumo ha dirette conseguenze sulla salute del neonato: i figli di fumatrici arrivano a pesare anche 300 grammi in meno rispetto agli altri, hanno un maggiore rischio di mortalità perinatale, favorisce l’apnea di origine centrale del bambino (e aumenta il rischio di morte in culla, la SIDS);
  • aumenta la pressione sanguigna e li predispone all’ipertensione;
  • unito all’allergia e allo smog diventa un elemento micidiale per la salute dei bronchi e dei polmoni aumentando il rischio di asma cronica e bronchiti;
  • abbassa le difese immunitarie perché riduce l’attività delle cellule linfocitarie e dei macrofagi;
  • favorisce le faringotonsilliti e le laringiti.
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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.