L’inserimento all’asilo nido va fatto con pazienza e con un grande rispetto per i tempi e la sensibilità di ciascun bambino. Partiamo dal presupposto per non sarà uguale per tutti i bambini, per qualcuno sarà più semplice per qualcun'altro più difficile. Il mio consiglio è quello di iniziare prima possibile: un bimbo di due anni opporrà più resistenze a staccarsi dalla mamma e dalle sue abitudini quotidiane, magari è stato con lei tutto il tempo o con i nonni, mentre un bimbo di un anno si adatterà molto facilmente.
Innanzitutto non si deve avere fretta. Se il bambino non vuole rimanere i primi giorni oppure vuole che la mamma resti lì si dovrebbe, per quanto possibile, assecondare la sua esigenza. E’ altresì importante essere convinti della scelta del nido: essere sicuri di aver fatto una scelta giusta permette di essere sereni e di trasmettere questa sicurezza anche al bambino.
Se il piccolo percepisce che la mamma non è sicura di lasciarlo al nido avrà la conferma che i suoi sentimenti e le sue paure sono giustificate.
E’ importante che, nei primi tempi, la mamma chiacchieri con le educatrici, giochi un po’ con loro e mostri chiaramente al bambino che si fida di loro e che è in buone mani.
Quando arriva il momento della separazione se il bambino piange ugualmente anche dopo mesi, è bene salutarlo e andare via, senza indugiare in lunghi addii. Con molta probabilità smetterà di piangere appena la mamma sarà uscita dalla stanza.
Si procede per gradi:
Un bambino di pochi mesi difficilmente piange o si dispera se viene lasciato al nido. Maggiore consapevolezza di essere lasciato lì e del fatto che la mamma si allontana, invece, acquisisce un bambino intorno ai dodici mesi che può vivere con difficoltà il momento della separazione.
Cinque consigli utili per affrontare l’inserimento al nido. Li fornisce Silvia Amendola, psicologa dell'età evolutiva dell'Ospedale Bambino Gesù di Roma.