Quando i bambini sono molto piccoli la parola bronchiolite terrorizza le mamme. Prima di avere dei figli non sapevamo nemmeno che esistesse questa malattia, ma dopo...Insomma una malattia fino a questo momento sconosciuta diventa la nostra principale fonte di preoccupazione e non senza ragione. La bronchiolite, soprattutto da virus respiratorio sinciziale, è la prima causa di ospedalizzazione del bambino sotto l’anno di vitaBasti pensare che negli ultimi giorni si è registrato un boom di accessi e ricoveri al pronto soccorso dell'Ospedale Bambin Gesù di Roma per bronchiolite.
Si tratta di un'infezione delle vie respiratorie che colpisce i più piccoli e torna a presentarsi puntuale nella stagione fredda.
I dettagli ce li spiega il dott. Renato Cutrera, responsabile di Broncopneumologia al Bambino Gesù:
è una patologia virale che colpisce i bambini sotto i due anni. Sono molti i virus coinvolti, ma il principale si chiama virus respiratorio sinciziale. E’ un virus particolarmente attivo nell’emisfero nord – quindi anche in Italia – nel periodo invernale, con un picco che può variare tra dicembre e febbraio. L’infezione colpisce la maggior parte dei bambini e diventa, quindi, endemica. A tre anni tutti i bambini o quasi tutti sono già positivi agli anticorpi contro questo virus
Nell’adulto e nel bambino più grande, i virus causano generalmente un comune raffreddore, mentre nel lattante determinano ostruzione delle piccole vie aeree con conseguente difficoltà respiratoria.
L'infezione è secondaria a una trasmissione che avviene in una fase precedente per contatto diretto con le secrezioni infette. La fase di contagio dura tipicamente da 6 a 10 giorni. I sintomi generalmente sono:
In presenza dei sintomi del raffreddamento, tosse, difficoltà respiratorie, occorre non improvvisare diagnosi o somministrare farmaci, ma rivolgersi al pediatra di famiglia.
Ecco i consigli dei pediatri:
La Prof.ssa Susanna Esposito, Presidente della Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid), chiede di prestare particolare attenzione va prestata ai bambini dei primi 12 mesi di vita,
perché sono particolarmente a rischio di bronchiolite, tanto che spesso si rende necessario il ricovero per difficoltà respiratorie e conseguenti problematiche ad alimentarsi.
Nei lattanti ad alto rischio, a causa di patologie croniche di base e nei prematuri con età gestazionale inferiore alle 35 settimane, la prevenzione dell’infezione da VRS è attualmente basata sulla somministrazione di anticorpi anti-VRS, da eseguire una volta al mese per via intramuscolare, durante la stagione epidemica.
Come spiegano i pediatri della Società Italiana di Pediatria è importante innanzitutto controllare se il bambino respira: osservate se respira in modo molto veloce e se sono presenti dei “rientramenti” sotto il torace. Laddove il bambino abbia difficoltà a respirare e non riesca a mangiare a sufficienza è bene andare in ospedaledove i medici potranno somministrare ossigeno e/o liquidi con una flebo o un sondino.
Ecco i consigli della prof.ssa Esposito
Secondo le linee guida internazionali, il trattamento primario resta in gran parte sintomatico con la somministrazione di liquidi e di ossigeno, se necessario, ed eventualmente con un tentativo di terapia con broncodilatatori (salbutamolo o epinefrina). Un altro trattamento efficace potrebbe essere quello che prevede l’impiego della soluzione salina ipertonica in grado di rimediare, almeno temporaneamente, ai sintomi respiratori del bambino.