inserimento alla scuola elementare

Inserimento alla scuola elementare

01/09/2017

Il primo giorno di scuola elementare (o scuola primaria) rappresenta per il bambino un passaggio fondamentale nel processo di crescita. Tutto cambia: le regole, gli orari, il contenuto dello zainetto, il colore del grembiulino, l’approccio delle insegnanti verso i bambini, i compiti prendono il posto del gioco. Cosa possiamo fare noi genitori per aiutare nostro figlio nell'inserimento alla scuola elementare?

L’obiettivo della scuola primaria non è più quello di accompagnare lentamente il bambino nella fase di distacco dalle braccia materne ma diventa più specificatamente didattico e legato all’apprendimento.

Per il bambino si tratta di un grande cambiamento che richiede non poco coraggio, forza di volontà e spirito di adattamento. Molti bambini cambiano scuola e compagni e ciò può essere causa di dispiacere, ma è bene ricordare che l’età della socializzazione ha inizio proprio intorno ai sei anni e che i primi veri amici arriveranno proprio con gli anni della scuola elementare.

Inoltre può essere difficile adattarsi a un nuovo complesso meccanismo fatto di regole condivise ma anche di continue sollecitazioni a dimostrarsi autonomi e indipendenti, rispettosi degli altri e inclini a voler apprendere.

Aiutare il bambino che deve iniziare la scuola elementare

E’ bene gratificare il bambino ricordandogli che passare dalla scuola materna a quella elementare vuol dire iniziare a frequentare una scuola da grandi. Per facilitare l’instaurarsi di un senso di responsabilità può essere utile parlare al piccolo dei nuovi impegni che dovrà affrontare: a che ora si entrerà a scuola, quanto sarà importante seguire ciò che dice l’insegnante, il rispetto delle cose proprie e di quelle altrui, l’impegno che lo attende in materia di compiti a casa, ma al tempo stesso sottolineare quanto sarà bello e soddisfacente imparare a leggere, a scrivere e a contare.

Nelle scuole italiane la percentuale di bambini stranieri o figli di immigrati nati in Italia è in aumento, in un’ottica multiculturale è bene sensibilizzare i bambini sul rispetto delle diverse lingue e culture e soprattutto non trasmettergli le nostre ansie o timori per far sì che possa scegliere lui stesso gli amici o che semplicemente sia libero di interagire con i compagni indipendentemente da quale sia la loro etnia.

Come aiutare il bambino il primo giorno di scuola

Serenità, incoraggiamento, pazienza: sono gli elementi principali da tenere in considerazione in questi giorni, per aiutare il bambino nell’affrontare il ritorno a scuola. E allora ecco qualche consiglio su come aiutare il bambino il primo giorno di scuola.

Per qualcuno può non essere facile e al genitore spetta il compito di non far percepire l’agitazione per il distacco. Insonnia, inappetenza, aggressività possono colpire i bambini che soffrono in modo particolare la separazione dai genitori e il ritorno a scuola.

In questi casi è importante rassicurarlo con parole semplici, senza troppe parole ma con la vicinanza e la condivisione. I consigli sono di Simonetta Gentile, responsabile di Psicologia clinica dell’ospedale Bambino Gesù che ricorda quando sia importante seguire il bambino nei primi giorni di scuola, soprattutto se sta affrontando l’inserimento in una nuova scuola, ma senza troppe ansie.

In genere l’adattamento avviene con naturalezza, ma se questo non si verifica si può comunque porre rimedio

spiega l’esperta.

In che modo?

Offrendogli vicinanza e sostegno nelle prime fasi di scoperta del nuovo ambiente, ricordandogli che si tratta di un importante momento di crescita, e anche di un nuovo processo di responsabilizzazione che vede coinvolti anche i genitori. E’ importante, infatti, che i genitori e i bambini rispettino la scuola, i suoi orari, le sue regole.

No all'ansia da prestazione

A fare chiarezza sull'ansia da "prestazione scolastica", sui disturbi ad essa associata e su come prevenirli e curarli, è Piero Barbanti, Primario Neurologo dell'IRCCS San Raffaele Pisana di Roma, nonché direttore del Centro per la diagnosi e terapia delle cefalee e del dolore della struttura romana.

L'ansia da prestazione scolastica  esiste ed è associata a diverse cause. Esiste un'ansia generata dalle aspettative familiari: si tratta di pressioni genitoriali spesso occulte, non dichiarate. Esercitare pressioni per ottenere il massimo dai figli non è sempre un nobile intento perché a volte dietro queste richieste si possono celare intenzioni di 'avere figli come sé' o al contrario 'avere figli come io avrei voluto essere'. Esiste un'ansia da oggettive difficoltà: è il caso di ragazzi che si trovino in indirizzi scolastici scelti frettolosamente (magari per seguire amici delle medie anche alle superiori) o in maniera non proprio autonoma (scelte genitoriali)

ha spiegato Barbanti.

Non va però trascurata, secondo l'esperto, anche l'ansia di quei ragazzi che con la prestazione scolastica di eccellenza qualificano sé stessi, magari avendo una autostima ridotta che cercano di compensare essendo sempre i più bravi. "Infine, i calendari scolastici, il ritmo delle verifiche, l'introduzione della verifica scritta anche per materie un tempo tipicamente orale (es storia) può rendere lo studente certamente più ansioso

aggiunge l'esperto.

Sintomi del disagio nella fase di inserimento alla scuola elementare

E' possibile che il piccolo viva con disagio questo momento di passaggio che esterna con alcuni disturbi:

  • una regressione su abitudini e comportamenti ormai superati: enuresi, inappetenza, risvegli notturni in genere sono transitori e scompaiono quando il bambino si è completamente abituato alla nuova situazione,
  • iperattività o aggressività,
  • mal di pancia e piccoli disturbi psicosomatici,
  • tic o balbuzie

In ogni caso quando si manifesta un disagio così pronunciato è importante non sottovalutare il malessere psicologico del bambino e invitarlo ad aprirsi, parlando di ciò che gli fa paura e rassicurandolo. Spesso le paure dei bambini rispecchiano le ansie dei genitori: il timore che il cibo della mensa, ad esempio, sia di cattiva qualità spinge il bambino a rifiutarsi di mangiare o addirittura a farsi venire i conati di vomito; oppure l'apprensione per la separazione provato dalla mamma può ripercuotersi sul bambino che così frena inconsapevolmente la sua corsa verso l’autonomia.

Primina si o no

Oggi è possibile anticipare a cinque anni e mezzo l’ingresso alla scuola elementare. Come capire se il bambino è pronto? Innanzitutto è bene seguire le indicazioni delle maestre della scuola materna che potranno fare una valutazione professionale e completa sulle abilità linguistiche, sulla capacità di mantenere l’attenzione, sulle abilità e sullo sviluppo psico-motorio, sulla capacità di logica e sintesi. Saranno le maestre a dare indicazioni circa l’ingresso anticipato alla scuola elementare e se dovessero consigliare di aspettare è meglio non farne un dramma. Un anno di gioco in più, in vista dei tanti anni di studio che aspettano il bambino, non può che fargli bene.

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.