Quando una mamma scopre di aspettare il secondo figlio, spesso si chiede se sarà in grado di amarlo come ama il primo. In soccorso arrivano i detti delle nonne, secondo le quali quando arriva un secondo bambino, l’amore non si divide ma si moltiplica. E' certamente vero, ma è innegabile che per molti genitori esiste davvero un figlio preferito ed è questa circostanza che può dare origine alla Sindrome dello sfavorito.
Esistono delle preferenze tra figli che non si possono controllare: nonsecondogenito, è una questione di amore, a volte c'è semplicemente più affinità con uno che con l'altro o ci si riconosce maggiormente in uno in particolare. Addirittura, secondo uno studio californiano il 70% dei genitori ha una preferenza per uno dei figli e altri studi hanno suggerito che questa preferenza si trarrebbe in un aumento del quoziente intellettivo.
Normalmente, il figlio prediletto è il primogenito perché è lui che fa scoprire il meraviglioso mondo dell’essere genitori, riceve tutta l’attenzione e la dedizione dei genitori, il che lo rende spesso più intelligenti e più sicuri di sé da grandi rispetto ai secondogeniti.
E’ evidente e necessario che il secondogenito riceva meno attenzioni, che debba dividere il tempo e le coccole dei genitori e che spesso senta di essere il meno prediletto. Attenzione dunque perché esiste una vera e propria "Sindrome dello Sfavorito" individuata dallo studioso Jeffrey Kluger, che provoca ansia, disistima e depressione.
La sola percezione di un trattamento sfavorevole è negativa. In questo dunque, il ruolo del genitore è fondamentale: la prima regola è non far sentire un figlio davvero più privilegiato dell´altro.
No anzi. Spesso è su di lui che puntano le maggiori aspirazioni dei genitori, caricandolo di un peso a volte inadeguato che può portare a disagi psicologici soprattutto quando, affacciandosi alla realtà, scoprirà di essere il più bello, il più bravo e il più buono solo per mamma e papà.
Come spiega la Dr.ssa Rosalba Trabalzin, specialista in Psichiatria, la differenza tra primogeniti e secondogeniti è molto ampia:
La dottoressa è categorica: la preferenza verso un figlio non corrisponde al voler meno bene agli altri, tutt’altro. Il rapporto tra genitori e figli è troppo complesso per ridurlo ad una scala di valori in cui incasellare le singole qualità e affettività dei figli.
Un nuovo studio condotto da Alex Jensen ha rivelato che la percezione del favoritismo tra i figli può avere un effetto maggiore su una relazione genitore-figlio di quanto si pensasse in precedenza. In particolare, Jensen ha scoperto che il favoritismo è legato più alle relazioni genitore-figlio dei fratelli più piccoli che a quelle dei fratelli maggiori.
In altre parole se il fratello minore si sente il preferito e i genitori sono d'accordo, la loro relazione si rafforza. Se non si sentono i preferiti e i genitori sono d'accordo, succede il contrario. Sorprendentemente con i fratelli maggiori, che si sentano favoriti o meno, la percezione dei genitori non ha un impatto importante sulla relazione.
Jensen afferma che la colpa è del confronto sociale: un fratello che si confronta con l'altro.
Non è che i primogeniti non si confrontino mai con i loro fratelli, semplicemente non accade così frequentemente nella quotidianità familiare: probabilmente i genitori diranno raramente 'Perché non puoi essere più simile a tuo fratello minore?'
Spiega lo studioso.