parto dolce

Parto dolce

15/06/2020

Le donne partoriscono da secoli e secoli e in ogni parte del mondo le tradizioni legate al parto e le modalità con le quali questo viene affrontato sono diverse. Se nei Paesi occidentali si sta assistendo a una crescente medicalizzazione del parto, con l’incremento del numero di parti cesarei e il ricorso all’anestesia, resiste ancora la tendenza a voler vivere l’esperienza del parto nel modo più naturale possibile, un parto dolce.

Cos'è il parto dolce

Uno dei più grandi sostenitori del cosiddetto 'parto dolce' (parto attivo o parto naturale) è stato Frédérick Leboyer, ginecologo e ostetrico francese nato nel 1918, che sosteneva che se la mamma ha diritto a un buon parto, anche il bambino ha diritto che venga garantito il suo benessere e ha diritto a venire alla luce nel modo meno traumatico possibile.

Ma cosa vuol dire 'nascere alla Leboyer'?

Innanzitutto subito dopo la nascita il bambino ha il diritto di essere sistemato sulla pancia della mamma, così da sentire battito cardiaco e calore e bisogna ritardare il più possibile il taglio del cordone ombelicale. Inoltre il bambino va lasciato con la mamma sin da subito, così da potersi attaccare al seno entro pochi minuti.

In Italia sono numerosi i centri nascita che accolgono le gestanti che desiderano un parto naturale. In alcune Case della nascita ci sono delle vere e proprie stanze familiari, dove la donna può sentirsi a proprio agio, dormire con il proprio compagno, cucinare e rilassarsi. Il travaglio viene vissuto proprio in questi ambienti caldi e confortevoli e la donna viene lasciata libera di camminare, assumere la posizione più comoda e partecipare attivamente alle doglie.

Inoltre in questi centri che favoriscono la nascita dolce, la donna può scegliere in che modo partorire, in acqua, accovacciate, sedute sul seggiolino olandese (è simile a un water e la forza di gravità favorisce le spinte e la fuoriuscita del bambino), al contrario di ciò che accade nella maggior parte degli ospedali, dove la donna è costretta a partorire sdraiata sul lettino.

Tecniche per partorire in modo naturale

Oggi le tecniche che permettono di affrontare un parto dolce sono numerose e diverse tra loro. Vediamo le più comuni.

Il corpo immerso nella vasca è più leggero, l’acqua calda svolge una naturale azione analgesica e per il bambino il momento della nascita è meno traumatico perché passa da un ambiente liquido all’altro.

E’ una tendenza sempre più diffusa. E’ importante rivolgersi a un’ostetrica esperta e certificata e valutare questa possibilità solo se si ha un ospedale nelle immediate vicinanze.

Si tratta di particolari tecniche di respirazione, che si apprendono frequentano appositi corsi preparatori, che permettono una migliore gestione del dolore. Il training autogeno parte dal presupposto che il dolore sia modulato anche dalla percezione del dolore stesso: paura, stress, tensione, in pratica, acuiscono la sensazione di dolore, pertanto imparare a rilassare i muscoli e a tenere sotto controllo queste emozioni attraverso una corretta respirazione (lenta e profonda) permette di controllare anche il dolore.

Lo yoga prenatale permette non solo di allenare i muscoli e quindi di arrivare al momento del travaglio con un fisico più allenato, forte e elastico, ma anche di apprendere tecniche di meditazione, rilassamento e respirazione che torneranno utili nei momenti decisivi.

  • Il Canto carnatico

O canto delle vocali, di origini cingalesi. Nasce come canto introduttivo alla meditazione. Frédérick Leboyer era convinto che rilassando gola e faringe attraverso un vocalizio eseguito con una particolare respirazione addominale si rilassassero anche la vagina e l’utero. Si tratta di una pratica finalizzata al rilassamento e alla gestione del dolore.

  • Ipnosi

Questo tipo di ipnosi neutralizza la percezione del dolore, non addormenta la donna, che invece deve partecipare attivamente al travaglio e al parto, ma riesce a far raggiungere uno stato di rilassamento senza la perdita di coscienza. E’ bene contattare un medico ipnotista intorno al settimo mese di gravidanza.

Parto attivo

Il parto attivo è basato sull’autoconsapevolezza istintiva della madre durante il parto. Solo la donna può essere consapevole di quale sia la migliore posizione da assumere per partorire e quindi può decidere se camminare, star seduta, camminare.

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.