parto in acqua

Parto in acqua

19/06/2020

Quella del parto in acqua all’inizio era una pratica, ideata dal medico russo Igor Tjarkowskij, piuttosto originale e ad appannaggio di qualche mamma à la page.

Oggi, grazie al medico francese Michel Odent, il parto in acqua è una pratica molto diffusa in Europa tra le donne che scelgono di avere un parto dolce e trova sempre maggiore spazio anche in Italia. E molte mamme scelgono di far nascere il loro bambino non in un ospedale che ha in dotazione una vasca per il parto, ma addirittura a casa, nella propria vasca o in quella portata dall'ostetrica che le segue nel parto a casa.

Parto in acqua, pro e contro

  • Perché il contatto con l’acqua calda favorisce il rilassamento dei muscoli e dei tessuti, riduce l’intensità del dolore e favorisce la produzione di endorfine, ormoni che offrono un sollievo dal dolore.
  • Un ambiente ovattato e silenzioso permette, inoltre, alla mamma di potersi concentrare su di sé, sulle sue sensazioni e sui segnali che arrivano dal proprio corpo.
  • Infine, la posizione nell’acqua garantisce una maggiore privacy alla mamma e una minore intrusione da parte dei medici e delle ostetriche.

Per il bambino nascere in acqua significa passare dal suo habitat naturale, liquido e caldo, a un habitat del tutto simile, insomma significa vivere il momento della nascita in maniera meno traumatica.

Appena il neonato nasce viene, però, posto sull’addome della mamma e la reazione al passaggio da caldo a freddo stimola l’istinto della respirazione.

Quando è possibile partorire in acqua?

  • Quando la gravidanza è andata bene e ha un basso rischio
  • Se il bambino è in posizione cefalica
  • Se si tratta di una gravidanza singola
  • Se la donna non ha problemi di salute come pressione alta, febbre o frequenza cardiaca alterata
  • Se il liquido amniotico è chiaro
  • In caso in cui non vi sia una sproporzione feto-pelvica

I rischi e i benefici del parto in acqua

Rossella Nappi, Professore Associato di Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’IRCCS Policlinico San Matteo, Università degli Studi di Pavia, spiega che il parto in acqua non è pericoloso, ma offre innegabili benefici anche nella riduzione del dolore per massimizzare il benessere della mamma. La temperatura di 37 gradi favorisce la produzione di endorfine, degli antidolorifici naturali. E i benefici sono anche per il bambino: dotato del cosidetto ‘diving reflex’, ossia riflesso subacqueo, il piccolo non respira fino a che resta in acqua, azzerando così il pericolo di soffocamento.

Parto in acqua, cosa indossare

Massima libertà in questo senso: si può indossare un semplice top oppure la parte superiore di un costume o un reggiseno, ma va bene anche assolutamente nulla, per sentirsi più libere.

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.