sicurezza in acqua per i bambini

Sicurezza in acqua per i bambini

13/07/2021

Per queste vacanze abbiamo in programma di andare al mare con i bambini? Oppure in un albergo dove ci sarà anche una piscina? Ottima occasione per favorire il rapporto dei più piccoli con l’acqua e per imparare a prendere confidenza con questo elemento così importante. Ma come possiamo garantire protezione e sicurezza in acqua per i bambini? Ecco qualche consiglio.

Annegamento

L'Organizzazione mondiale della sanità ricorda che l’annegamento è la terza causa di morte sotto i 15 anni e i più alti tassi di annegamento riguardano i bambini fino a 4 anni, seguiti da quelli di età compresa tra 5 e 9 anni. L'attenzione deve essere sempre massima, sia a mare che nella piscinetta di casa, perché per i bambini piccoli bastano dai 3 ai 6 minuti per annegare.

Per questo, anche a fronte dei recenti casi di cronaca che hanno visto annegare bambini piccoli, il pediatra Italo Farnetani raccomanda di insegnare a nuotare ai propri figli.

Saper nuotare non bene, ma benissimo è la forma più importante per prevenire l’annegamento in mare. Qui iniziano i problemi, perché se fino a 4 anni è sufficiente far indossare ai bambini i braccioli, che sono una forma importante di sicurezza e prevenzione, dopo tale età si dovrebbe iniziare a imparare bene a nuotare. Ma oggi solo un adolescente su 3 sa nuotare in modo da poter stare al mare in sicurezza.

Sicurezza al mare

Scegliete con cura la destinazione. L’acqua del mare deve essere pulita, non inquinata e le spiagge devono essere attrezzate e dotate di guardia-spiaggia. Ogni anno un gruppo di esperti seleziona le località balneari più a misura di bambino e l’Unione Europea seleziona in tutta Europa le spiagge che sono bandiera Blu, cioè che garantiscono la salvaguardia dell’ecosistema. Mentre con le Bandiere Verdi i pediatri ogni anno premiano le località balneari più a misura di abmbino e quindi anche più sicure.

  • Abituarsi alla sabbia

Se il bambino è piccolo e questa è la sua prima esperienza sulla spiaggia potrebbe avere qualche difficoltà a mettere i piedi nudi sulla sabbia. La sabbia ha una consistenza davvero unica e molto strana per lui, meglio procedere per gradi e con pazienza. Alla fine non vorrà più smettere di giocare con la sabbia.

  • I piedini in acqua?

Un momento memorabile e molto emozionante. Il moto ondoso del mare e la temperatura fredda dell’acqua potrebbero mettere il bimbo a disagio le prime volte: tenetelo in braccio e avvicinatevi al mare e poi, man mano che acquisterà sicurezza e mostrerà curiosità, potrete metterlo giù per fargli toccare l’acqua con i piedi. Sulla spiaggia può essere utile mettere una piscina gonfiabile da riempire con dell’acqua di mare e dei giochini: così il bambino potrà rinfrescarsi e giocare con l’acqua.

  • Imparare a galleggiare!

Braccioli e salvagente sono indispensabili quando il bambino va in acqua e non è abbastanza grandicello da poter nuotare da solo. Ricordate che se sullo stabilimento è esposta la bandiera rossa il bagno è sconsigliato a causa del mare mosso.

Le regole del mare

Ricordate che è importante entrare in acqua gradatamente, bagnando prima la nuca e il collo e poi la pancia. Se il bambino ha mangiato è importante aspettare un paio d’ore prima di permettergli di fare il bagno per non rischiare sincopi e congestioni.

Le regole devono essere chiare:

  • non ci si allontana da solo in acqua;
  • non ci si butta nelle onde: stare sempre vicino al bambino quando fa il bagno in quanto potrebbe essere travolto anche da un’onda di piccole dimensioni e non riuscire a riemergere con la testa, anche in acqua bassa;
  • quando le labbra diventano violacee e le dita delle mani cominciano a raggrinzirsi è arrivata l’ora di uscire. Dite al bambino di controllare ogni tanto le sue mani.
  • dopo il bagno è bene sciacquare la pelle con acqua dolce e tiepida per eliminare ogni residuo di sabbia e sale e cambiare il costume.

Rischi delle piscine gonfiabili

Attenzione alle piccole piscine gonfiabili. Non passa estate senza che le cronache non ci raccontino di bambini di pochi anni annegati in una piscinetta gonfiabile nel cortile o nel terrazzo di casa, in pochi centimetri d’acqua.

Tragedie assurde ed evitabili che possono verificarsi soprattutto perché si crede, a torto, che un basso livello dell’acqua non possa rappresentare per il bambino nessun pericolo. Invece, uno studio, pubblicato su Pediatrics, che ha preso in esame il periodo 2001-2009 ricorda che negli Stati Uniti ogni 5 giorni un bambino affoga o rischia di affogare nella piscinetta di casa.

A fare il punto sulla questione è Gary Smith, direttore del Center for Injury Research and Policy del Nationwide Children's Hospital di Columbus, in Ohio: nel 94% dei casi i bambini vittime delle psicinette gonfiabili hanno meno di 5 anni, per il 56% si tratta di maschietti e nel 73% dei casi la piscinetta è montata nel giardinetto di casa.

L’apparenza inganna i genitori: la piscinetta è economica, piccola, facile da gonfiare o da montare e il bambino ci sta volentieri, per giocare con l’acqua e trovare riparo dalla calura. Ma il rischio è in agguato e spesso approfitta di un attimo di distrazione dei genitori o di chi si prende cura del piccolo:

bastano infatti pochi minuti e pochissima acqua perché un bimbo piccolo affoghi: le piscine portatili, da quelle gonfiabili a quelle autoportanti, sono rischiose tanto quanto le piscine interrate

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.