Appendicite

17/02/2012

appendicite bigL’appendicite è una delle malattie più temute dalle mamme ed è una delle principali cause di intervento chirurgico sui bambini.

Ma cos’è l’appendice?

Si tratta di un piccolo tubulo che parte dall’intestino cieco e si trova nella parte inferiore destra dell’addome. Al contrario di ciò che comunemente si pensa, l’appendice non è un organo pressoché inutile, ma una parte preziosa del sistema immunitario. Essa, infatti, svolge un’azione protettiva nel primo anno di vita, ma poi con il passare del tempo diventa più vulnerabile alle infezioni.

L’appendicite

All’interno dell’appendice si trova una certa quantità di flora batterica intestinale. Si tratta di batteri generalmente inoffensivi che però, a causa di un’occlusione causata dal ristagno di muco, parassiti, feci, ma anche a seguito della posizione eccessivamente allungata dell’appendice stessa o per l’assunzione di cibi troppo grassi, ricchi di coloranti o a seguito del fumo di tabacco, diventano pericolosi e si moltiplicano in maniera anomala causando un’infezione.

  • L’appendicite acuta è caratterizzata dal riempimento dell’appendice da parte di un corpo estraneo, come feci o parassiti. L’appendicite si gonfia e favorisce la moltiplicazione virulenta della flora batterica nell’intestino. Si presenta per lo più nei soggetti tra i 6 e i 20 anni.
  • L’appendicite cronica  si presenta, invece, a seguito di un’appendicite acuta non trattata e si manifesta con dolore, nausea, inappetenza e nelle donne spesso con disturbi di natura ginecologica.

I sintomi dell’appendicite

Un dolore addominale forte e improvviso, fitte addominale che si estendono dall’ombelico in giù e in certi casi fino alla coscia e che peggiorano quando si tossisce, si respira profondamente o quando si viene palpati nella zona addominale.

L’appendicite si manifesta generalmente così, insieme a febbre, vomito e nausea, disturbi intestinali.

Un esame del sangue, che valuterà i globuli bianchi e la velocità di sedimentazione della proteina C reattiva, unito ad un esame clinico e ad un’ecografia permetterà di fare una accurata diagnosi.

L’intervento di appendicectomia

Secondo i dati dell'Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi) in Italia una persona su sette si ammala di appendicite e in 60mila casi annui si interviene chirurgicamente.

Asportare l’appendice è il modo più sicuro e usato per trattare l’appendice infiammata. Il tentativo di raffreddare l’appendice con l’uso di impacchi di ghiaccio e con gli antibiotici espone il paziente al rischio di ricadute che possono degenerare in peritonite anche se la tendenza ad intervenire subito chirurgicamente è in forte calo negli ultimi anni.

L’intervento avviene in anestesia generale e la degenza in ospedale è di qualche giorno. Dopo l’intervento non verranno somministrati liquidi o cibi al paziente per 24-72 ore, durante le quali verrà nutrito con le flebo.

La peritonite

E’ la più seria delle complicanze dell’appendicite. L’appendice infiammata se non viene rapidamente asportata può perforarsi provocando la fuoriuscita del materiale infetto che penetrerà nella cavità addominale producendo pus. In caso di peritonite si dovrà optare per l’asportazione dell’appendice, per una terapia antibiotica e per un drenaggio: un piccolo tubicino viene inserito nella cavità addominale in modo da permettere la fuoriuscita di tutto il materiale infetto accumulatosi.

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Francesca Capriati
Giornalista
Mamma blogger
Dalla gravidanza al parto, dall'allattamento all'adolescenza: il mio spazio virtuale per condividere esperienze, difficoltà ed informazioni.